Calorie? Sono da archiviare

Redazione Pubblicato il 23/02/2016 Aggiornato il 23/02/2016

I nutrizionisti concordano: è il momento di mandare in pensione il calcolo delle calorie. Quello che conta è il modo in cui i cibi vengono assimilati e combinati fra di loro

cioccolato e frutta secca

Pare ormai che abbiano fatto il loro tempo. Dall’Ottocento ad oggi le calorie hanno rappresentato l’unico strumento di misurazione dell’energia dei cibi. Ma la scienza della nutrizione nel frattempo ha approfondito le conoscenze e ha deciso di mandarle “in pensione”.

Secondo la rivista New Scientist le calorie non sarebbero infatti così precise nel misurare la resa energetica degli alimenti.

4 buoni motivi per cambiare strategia

1) Le calorie non sono tutte uguali. A livello teorico, visto che una caloria rappresenta la quantità di energia necessaria ad innalzare di un grado la temperatura di un grammo di acqua, tutte le calorie dovrebbero essere equivalenti. In realtà però è ben diverso assumere 450 calorie con mezzo etto di lardo e 450 con più di un chilo e mezzo di carote: le prime sono fornite infatti da un cibo grasso, le seconde da uno ricco di fibre, vitamine e sali minerali. Le calorie quindi da sole non bastano a delineare le caratteristiche nutrizionali di un cibo.

2) L’organismo non ricava dagli alimenti tutte le calorie che contengono. Si è scoperto infatti che alcuni cibi sono meno calorici di quello che si credeva: la frutta secca ad esempio, una volta assunta, fornisce il 25% in meno di calorie rispetto a quante ne ha all’origine.

3) I cibi light non sono necessariamente i più sani. Non si deve dimenticare poi che ci sono alimenti che forniscono pochissime calorie ma che non per questo sono i più sani. L’esempio più classico è quello delle bevande a zero calorie che non apportano né vitamine né sali minerali e sono comunque fatte con sostanze che interagiscono con l’organismo e che possono avere un impatto poco positivo sia sulla salute che sulla linea. Ha poco senso  ridurre semplicemente le calorie in vista di un dimagrimento: una restrizione dal punto di vista calorico ha significato solo se privilegia comunque alimenti sani, ricchi di nutrienti, che mantengono in equilibrio l’organismo.

4) Bisogna considerare il pasto completo e non il singolo alimento. Da ultimo bisogna tenere conto che difficilmente si mangia un solo cibo durante un pasto, senza accompagnarlo con nulla. Il suggerimento dei nutrizionisti  è di ragionare sempre in termini di pasto completo: se si vuole dimagrire non è tanto importante calcolare il valore energetico di ogni ingrediente ma imparare a combinare gli ingredienti fra loro. In sostanza perdere peso non è tanto una questione di numeri ma di combinazioni e di buone abitudini che permettono di far scendere l’ago della bilancia e di non farlo poi risalire di nuovo.