Rispettano la pelle e insieme l’acqua dove ci si tuffa. Sono le protezioni responsabili, ecologiche e spesso impegnate in progetti di tutela ambientale
Salvarci la pelle o salvare il pianeta e il mare? Il dubbio è legittimo visto che da più fronti l’accusa rivolta ai solari è quella di mettere in pericolo le acque dal momento che sono circa 14mila le tonnellate di creme, gel e fluidi protettivi che finiscono ogni anno nei mari.
Di questo passo quella delicata sfumatura che è il Living Coral, eletta da Pantone come colore dell’anno, rischia di sbiadire.
Le barriere coralline sono in pericolo; l’allarme più forte arriva dalla Grande Barriera Corallina dell’Australia che con i suoi 348mila chilometri quadrati d’estensione ospita da sola un quarto delle specie marine viventi sul pianeta e che negli ultimi trent’anni ha perso quasi la metà dei suoi preziosi coralli
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Colpa del surriscaldamento globale, della pesca intensiva, dell’acidificazione delle acque dovuta alle emissioni di gas serra. Ma anche delle creme solari. O meglio di quelle che contengono due particolari filtri, l’oxybenzone e l’octinoxate che secondo uno studio dei ricercatori dell’Università della Florida contribuiscono a “sbiancare” i coralli. Ecco perché molte case cosmetiche hanno deciso di bandirli dalla formulazione dei solari. Facendo magari anche qualcosa in più a tutela dell’ambiente marino e del suo prezioso patrimonio.