Solari: cosa devono contenere per proteggere davvero?
Sono indispensabili per non rovinarsi la pelle e le vacanze. Sicura di sapere davvero quali caratteristiche devono avere? Te lo spiega l’esperta
Bisogna saper scegliere. Cosa devono contenere i solari per essere davvero efficaci? «Uno dei criteri principali per la scelta è il fototipo, le caratteristiche di ciascuno in relazione alla quantità/qualità di melanina presente nella pelle e della risposta individuale al sole. Più la cute è chiara (fototipo I), minore è la quantità di melanina e maggiore è la sua sensibilità ai raggi UV. Di conseguenza il fattore di protezione solare SPF del prodotto dovrà essere elevato», spiega la dottoressa Claudia Riccardi del comitato direttivo AIDECO (Associazione Italiana Dermatologia e Cosmetologia).
Occhio all’etichetta
Al momento dell’acquisto valuta la capacità del solare di schermare sia dai raggi UVB (responsabili di arrossamenti e scottature) sia dagli UVA (causa di invecchiamento cutaneo precoce). Il consiglio è di optare per una protezione che li contempli entrambi, cioè ad ampio spettro.
I filtri sono di tipo fisico (come biossido di titanio e ossido di zinco), particelle opache che riflettono e diffondono le radiazioni solari UVA e UVB senza assorbirle, adatti all’uso da parte di chi ha la pelle molto chiara e sensibile alla luce. Queste sostanze sempre più spesso vengono micronizzate rendendole invisibili ed evitando la sgradevole patina bianca dopo l’applicazione.
I filtri chimici (salicilati, benzofenoni e cinnamati) sono molecole che assorbono in modo selettivo l’energia delle radiazioni UVA e UVB che viene poi rilasciata sotto forma di calore e/o di fluorescenza. Il loro utilizzo in concentrazioni piuttosto elevate può essere causa di fotosensibilizzazione. Per questo, da qualche tempo si tende a formulare solari con filtri chimici associati a schermi fisici, riducendo anche il rischio di dermatite allergica da contatto.
I solari di ultima generazione contengono anche attivi e antiossidanti, testati per l’uso sotto il sole.
L’indicazione della resistenza all’acqua (water-resistant o water-proof) rende il solare più efficace rispetto a un prodotto che perde la sua azione protettiva dopo il primo bagno o con la sudorazione.
Tutti gli ingredienti, e soprattutto i filtri, devono essere chimicamente stabili all’interno del prodotto finito, anche quando esposti ad alte temperature.
Anche no, grazie
In composizione non dovrebbero essere presenti allergeni e fotoallergeni (secondo il Regolamento europeo dedicato alla sicurezza dei cosmetici). Meglio evitare le profumazioni se la pelle è delicata: se non riesci a rinunciare a una nota di fragranza, l’importante è verificare che sia ben studiata sotto il profilo di sicurezza.
Norme precise
Secondo il regolamento europeo dei cosmetici, un solare è un “qualsiasi preparato (crema, olio, gel, spray) destinato a essere posto in contatto con la pelle umana, al fine esclusivo o principale di proteggerla dai raggi UV assorbendoli, disperdendoli o mediante rifrazione”. Nello stesso testo vengono fornite indicazioni su protezione, precauzioni e istruzioni per l’uso dei solari. Tra queste, la specifica che questi prodotti dovrebbero proteggere sia dai raggi UVB che dagli UVA, viene ribadito che non possono essere utilizzate in etichetta o sulla confezione le diciture “schermo totale” o “protezione totale” o la dizione “prevenzione per tutto il giorno”. Anche la quantità di prodotto da applicare per singola dose deve essere ben compresa dal consumatore.
Questione di numeri
La corretta etichettatura di un solare deve riportare una di queste indicazioni:
Protezione bassa: 6-10
Protezione media: 15-20-25
Protezione alta: 50
Protezione molto alta: 50+
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