Il bagno oggi è alla giapponese

Redazione Pubblicato il 21/10/2017 Aggiornato il 10/11/2017

Un rituale antico da sperimentare tra le pareti di casa per regalarsi a sera relax e benessere

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I giapponesi credono che un corpo pulito sia sinonimo di uno spirito puro: l’immersione nell’acqua quindi porta via non solo le impurità della pelle ma anche quelle dell’anima.

L’ofuro, il bagno giapponese, viene praticato ancora oggi come un rituale che a fine giornata aiuta a rilassarsi e a purificarsi liberandosi dallo stress quotidiano.

Prima ci si lava con cura

Per riproporlo a casa propria occorre innanzitutto cominciare a preparare la vasca riempendola con acqua molto calda, tra i 38 e i 42°. Attenzione però che i Giapponesi non si immergono subito: prima si insaponano con cura e si sciacquano usando uno sgabellino e una tinozza con acqua calda. Questo passaggio si può riproporre facendo una doccia completa prima dell’immersione, lavando corpo e capelli con un detergente delicato e uno shampoo adatto al proprio tipo di capello, in modo da portare via le impurità che impediscono alla pelle di godere a pieno dei benefici detossinanti del bagno.

Un’immersione rilassante

È il momento di immergersi portando con sé nella vasca un sacchettino di garza riempito di sali da bagno e boccioli essiccati di rosa da utilizzare per massaggiare braccia, collo e busto. La pelle è molto delicata? Al posto dei sali si può aggiungere nella vasca una miscela di farina di avena, argilla bianca con una decina di gocce di olio essenziale di sandalo. Poi ci si rilassa abbandonandosi in vasca per una quindicina di minuti con le luci soffuse e volendo una musica dolce, si esce e ci si riposa per venti minuti oppure ci si infila direttamente sotto le coperte bevendo una tisana di malva oppure di camomilla.

Non troppo a lungo

Il bagno giapponese, anche se molto rilassante, non è indicato per chi soffre di capillari dilatati e di cattiva circolazione, a meno che l’immersione sia molto rapida, non più di tre minuti, e seguita da una doccia fredda fatta risalire dalle caviglie all’inguine. Lo stesso rituale finale va eseguito in caso di cellulite per velocizzare la circolazione che viene rallentata dal calore dell’acqua.