Psoriasi: attenzione ai tatuaggi

Redazione Pubblicato il 16/01/2017 Aggiornato il 16/01/2017

Un tatuaggio può “stuzzicare” i sintomi della psoriasi in chi è predisposto. E per chi ha già le lesioni il consiglio è di evitare disegni e tattoo

tatuaggi

“Think before you ink”, dicono gli americani: pensateci bene prima di usare l’inchiostro, ovvero prima di tatuarvi la pelle. Raccomandazione dedicata specialmente a chi soffre di psoriasi, visto che un quarto di loro può veder peggiorare la malattia a seguito di un disegno sulla pelle.

Un trauma per la pelle

Secondo un allarme del Dipartimento di dermatologia dell’Università Federico II di Napoli, il tatuaggio può essere anche l’occasione in cui la psoriasi si manifesta per la prima volta. A distanza di alcune settimane è possibile che compaiano i segni classici della malattia, come arrossamento e desquamazione: secondo gli esperti, i casi di persone sane che hanno sviluppato la malattia a seguito del tatuaggio sono in aumento.

Si stima infatti che almeno il 10 % della popolazione abbia uno o due geni che possono favorire la comparsa della psoriasi, ma solo il 2-3% la sviluppa: si ritiene perciò che i geni si combinino con fattori esterni, come farmaci o infezioni. Il 25% dei malati ha la cosiddetta “risposta isomorfica” o “fenomeno di Köebner”. In pratica, quando la pelle viene traumatizzata, nell’area si sviluppa una reazione infiammatoria che scatena la psoriasi, con la comparsa di una nuova lesione. Ciò può avvenire a seguito di ferite chirurgiche o ustioni, ma pure dopo l’esposizione ad agenti irritanti o punture di insetti.

Non “camuffa” le lesioni ma le peggiora

Purtroppo si sta verificando sempre più spesso anche in soggetti psoriasici che decidono di tatuarsi. La procedura porta alla comparsa di una nuova lesione a livello del tatuaggio, in alcuni casi perfino ricalcandone precisamente il disegno, e spesso la patologia si aggrava anche in altre zone. In genere tutto avviene nel giro di 2-4 settimane dal tatuaggio, ma a volte il fenomeno si manifesta più tardi.
L’introduzione di pigmenti nella cute per creare disegni più o meno elaborati disturba, dicono gli specialisti, l’equilibrio della pelle e può indurre un’infiammazione che attiva il sistema immunitario e lo fa “deragliare” verso la malattia. Questa reazione può essere il primo passo verso lo sviluppo della psoriasi in persone predisposte allo sviluppo della malattia, ma che non hanno mai avuto sintomi in precedenza.

Il consiglio degli esperti: se non volete rinunciare al tattoo fatelo molto piccolo e in una zona poco visibile.