Massaggio Hara per una pancia al top (fuori e dentro)

Redazione Pubblicato il 03/07/2017 Aggiornato il 03/07/2017

Elimina i gonfiori, allevia gli spasmi e migliora la funzionalità intestinale. Il massaggio Hara, come tutti quelli di ispirazione orientale, ha valenze estetiche ma anche curative

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Per la medicina tradizionale cinese c’è una parte del corpo in cui si incontrano e trovano equilibrio le tre componenti dell’essere umano: quella fisica, quella mentale e quella emotiva. Questo fulcro si chiama Hara, cioè “sorgente di vita”, e coincide con l’addome. Non è perciò casuale l’importanza che l’antica tradizione terapeutica orientale attribuisce al massaggio dell’addome. Il massaggio Hara, o massaggio viscerale, viene infatti praticato da secoli in Cina, Giappone e India. Ne esistono varianti diverse, contaminate da spunti locali, ma la tecnica, le finalità e i principi ispiratori sono analoghi in tutte le tradizioni.

L’importanza dell’addome è dovuta al fatto che qui transitano i principali meridiani energetici del corpo, quindi una corretta stimolazione della pancia regala salute e benessere.

Le tre azioni

Cristiano Buzzoni, operatore shiatsu e ayurveda, spiega che il massaggio dell’addome non serve solo a riequilibrare il flusso energetico di tutto l’organismo. Assicura infatti anche svariati benefici di tipo meccanico, determinati cioè dall’azione diretta delle mani sull’addome.

  1. Scioglie le tensioni provocate dall’ansia e dallo stress, che causano disturbi come la sindrome del colon irritabile, caratterizzata da dolori e irregolarità intestinali. I movimenti tipici del massaggio Hara distendono, rilassano e alleviano i fastidi.
  2. Mobilizza dolcemente i visceri e stimola la peristalsi, contrastando la stipsi.
  3. Elimina i ristagni di gas intestinali, curando gonfiori, dolore e flatulenza. In questo caso si ottengono anche vantaggi estetici, perché si eliminano la rotondità e l’eccessiva prominenza addominale che accompagnano il gonfiore.

Con i palmi sovrapposti

Durante la seduta, che dura 30-45 minuti, si utilizza prevalentemente una sola, tipica manualità: i palmi delle mani, appoggiati l’uno accanto all’altro, scivolano sull’addome con movimenti circolari concentrici e sempre più ampi. La direzione è oraria, per seguire la conformazione anatomica dell’intestino e adattarsi ad essa, e le manovre sono più delicate e superficiali, oppure più intense e profonde, a seconda delle necessità soggettive. In genere all’inizio della seduta gli sfioramenti sono più dolci, poi si passa a scivolamenti più decisi e a pressioni maggiori. Le mani compiono sul ventre passaggi fluidi e continui: non si fermano mai ad insistere su una precisa zona, perché il trattamento non prevede l’utilizzo di pressioni su punti specifici e circoscritti (come accade, ad esempio, nello shiatsu).