Massaggio Hara per una pancia al top (fuori e dentro)
Elimina i gonfiori, allevia gli spasmi e migliora la funzionalità intestinale. Il massaggio Hara, come tutti quelli di ispirazione orientale, ha valenze estetiche ma anche curative
Per la medicina tradizionale cinese c’è una parte del corpo in cui si incontrano e trovano equilibrio le tre componenti dell’essere umano: quella fisica, quella mentale e quella emotiva. Questo fulcro si chiama Hara, cioè “sorgente di vita”, e coincide con l’addome. Non è perciò casuale l’importanza che l’antica tradizione terapeutica orientale attribuisce al massaggio dell’addome. Il massaggio Hara, o massaggio viscerale, viene infatti praticato da secoli in Cina, Giappone e India. Ne esistono varianti diverse, contaminate da spunti locali, ma la tecnica, le finalità e i principi ispiratori sono analoghi in tutte le tradizioni.
L’importanza dell’addome è dovuta al fatto che qui transitano i principali meridiani energetici del corpo, quindi una corretta stimolazione della pancia regala salute e benessere.
Le tre azioni
Cristiano Buzzoni, operatore shiatsu e ayurveda, spiega che il massaggio dell’addome non serve solo a riequilibrare il flusso energetico di tutto l’organismo. Assicura infatti anche svariati benefici di tipo meccanico, determinati cioè dall’azione diretta delle mani sull’addome.
- Scioglie le tensioni provocate dall’ansia e dallo stress, che causano disturbi come la sindrome del colon irritabile, caratterizzata da dolori e irregolarità intestinali. I movimenti tipici del massaggio Hara distendono, rilassano e alleviano i fastidi.
- Mobilizza dolcemente i visceri e stimola la peristalsi, contrastando la stipsi.
- Elimina i ristagni di gas intestinali, curando gonfiori, dolore e flatulenza. In questo caso si ottengono anche vantaggi estetici, perché si eliminano la rotondità e l’eccessiva prominenza addominale che accompagnano il gonfiore.
Con i palmi sovrapposti
Durante la seduta, che dura 30-45 minuti, si utilizza prevalentemente una sola, tipica manualità: i palmi delle mani, appoggiati l’uno accanto all’altro, scivolano sull’addome con movimenti circolari concentrici e sempre più ampi. La direzione è oraria, per seguire la conformazione anatomica dell’intestino e adattarsi ad essa, e le manovre sono più delicate e superficiali, oppure più intense e profonde, a seconda delle necessità soggettive. In genere all’inizio della seduta gli sfioramenti sono più dolci, poi si passa a scivolamenti più decisi e a pressioni maggiori. Le mani compiono sul ventre passaggi fluidi e continui: non si fermano mai ad insistere su una precisa zona, perché il trattamento non prevede l’utilizzo di pressioni su punti specifici e circoscritti (come accade, ad esempio, nello shiatsu).
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