19/05/2024

Insonnia, per contrastarla sì all’attività fisica e no all’abuso di device elettronici

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 19/05/2024 Aggiornato il 19/05/2024

Per dormire più a lungo e meglio è opportuno adottare strategie diverse: dalla pratica fitness, che contrasta l’ansia, all’uso più equilibrato di smartphone & C, che alterano i ritmi circadiani

Getty Images/Osservatorio Nestlè

I dati scientifici che riguardano il nostro sonno sono, a giudizio degli esperti, piuttosto preoccupanti. Secondo l’Osservatorio Nestlé, che dal 2009 esamina, con studi e sondaggi, i cambiamenti e le abitudini nell’alimentazione e negli stili di vita del nostro Paese, l’85% degli italiani afferma di dormire meno di 8 ore per notte e questo può ripercuotersi sul benessere e su tutte le attività quotidiane. 

Anche chi riesce a dormire le ore minime per star bene, in realtà nel 31% dei casi accusa una scarsa o, addirittura, molto scarsa qualità del sonno.

 

Da cosa dipende

L’insonnia, o il sonno scarsamente ristoratore, è un problema di vasta portata. Il dottor Giuseppe Fatati, direttore scientifico dell’Osservatorio Nestlé e presidente dell’Italian Obesity Network, spiega che le cause sono diverse. «L’insonnia è un disturbo caratterizzato da una difficoltà ad addormentarsi o a rimanere addormentati, da un risveglio anticipato e da un sonno non ristoratore, ed è comunemente associata a stati ansiosi» sottolinea Fatati. Sono diversi gli studi che mettono in relazione l’alterazione del sonno non solo (come è abbastanza noto) con l’alimentazione non equilibrata e con l’uso smodato dei dispositivi elettronici, ma anche con la scarsa attività motoria, che avrebbe invece effetti benefici sull’ansia.

 

L’allenamento aiuta

Sulla base di queste premesse, i dati raccolti dall’Osservatorio chiariscono come il problema insonnia possa essere così diffuso. Solo il 7% della popolazione, infatti, dichiara di non avere mai provato disturbi da ansia e il 62% rivela di non essersi iscritto nell’ultimo anno ad alcun programma di allenamento. Il 40% fra chi si allena, invece, lo fa al massimo due volte alla settimana.

«Sappiamo che anche piccole quantità di attività fisica possono migliorare l’umore, la funzione cognitiva e alleviare l’ansia. I soggetti che praticano sessioni aerobiche moderate riferiscono, oltre a una riduzione dell’ansia in generale, di addormentarsi più rapidamente, di dormire di più, di avere un sonno più profondo e un minor numero di episodi di risveglio durante la notte e infine di sentirsi meglio al risveglio. Gli allenamenti aerobici al mattino migliorano la qualità del sonno in misura maggiore rispetto a quelli pomeridiani o serali. In base alle esigenze personali, è ideale allenarsi quotidianamente da 30 minuti fino a oltre un’ora e farlo almeno 2-3 ore prima di andare a dormire» suggerisce Fatati.

 

No a pasti pesanti e dipendenza da smartphone

Anche la qualità e la quantità di ciò che mangiamo alterano il nostro sonno, così come la dipendenza dai device come gli smartphone. «I dispositivi sono potenzialmente dannosi per il naturale ritmo del sonno alterandone la qualità. L’illuminazione degli schermi utilizzati per un tempo eccessivo provoca una distorsione dei ritmi circadiani e sembra innescare un segnale metabolico specifico che influenza la sensazione di fame e l’accumulo di grasso addominale, noto fattore di rischio cardiovascolare. Riuscire a riequilibrare i ritmi circadiani, quindi la secrezione di melatonina, e a migliorare la qualità del sonno vuol dire migliorare la nostra salute» conclude l’esperto.