Home sweet home: la casa ai tempi del Covid-19
Un recente studio mette in luce il nuovo modo con cui si percepiscono gli spazi domestici e si lavora per renderli accoglienti, alla ricerca di un maggiore benessere
Casa, dolce casa? Assolutamente sì. Negli ultimi mesi ci siamo abituate tutte a vivere molto di più fra le mura domestiche e la percezione del nostro “nido” è cambiata in modo significativo: spesso lo consideriamo l’unico spazio in cui siamo davvero sicure e dove abbiamo tutto sotto controllo: è ciò che emerge da una recente ricerca realizzata per conto di Arexons, azienda legata al mondo dei prodotti per il fai-da-te e il bricolage. Il 54% del panel di riferimento, a causa dell’esperienza della pandemia, sente la casa più “sua” rispetto al passato, tanto da volerla rendere più confortevole e personalizzata.
Costretti in casa, il 38% degli intervistati eseguono lavoretti che avevano sempre rimandato, il 22% dichiarano di pensare di più al relax, il 21% si godono la famiglia e il 19% dedicano tempo a se stessi.
Come aumentare il comfort domestico
Ma come ci si ingegna per aumentare il comfort del “nido”? C’è chi è più critico e ha scoperto piccoli difetti da sistemare (35%), chi pensa più di prima a pulizie, riordino e igienizzazione (45%) e chi cerca di migliorare la qualità della vita negli ambienti: il 25% del campione ha modificato o personalizzato i mobili e il 30% ha pensato a migliorie estetiche, tinteggiando le pareti o cambiando gli arredi. Un buon 9% si è accorto che gli spazi indoor sono più piccoli di quanto ricordasse.
Più sereni e soddisfatti
Alla fine i risultati sembrano positivi: il 39% degli intervistati si sente al sicuro in casa e il 40% percepisce la dimora come il luogo giusto in cui trascorrere più tempo in questo momento difficile. Inferiore, rispetto al primo lockdown di primavera, è la percentuale di chi vive l’abitazione come una gabbia (16%). Forse ci siamo abituati ad apprezzare di più le comodità di casa e a prendercene cura: interpellati sul focus del loro benessere domestico, il 25% degli intervistati l’hanno individuato nella maggiore vicinanza dei loro cari, ma ben 38 persone su 100 danno maggiore risalto alla funzionalità dell’abitazione, ritenendola irrinunciabile.
Una casa pulita aumenta anche l’autostima
Alessandro D’Orlando, psicoterapeuta di Top doctors, commenta così i dati emersi dal sondaggio: «La casa rappresenta l’estensione dell’IO e avere una casa pulita e in ordine è importante per mantenere l’autostima, senso di controllo sull’ambiente circostante e di sicurezza. Nello stesso tempo, dovremmo tutti lavorare per scoprire questo senso di ‘casa’ dentro di noi attraverso pratiche come la meditazione, che ci aiutano a sentirci bene semplicemente chiudendo gli occhi e concentrando la nostra mente. In questo modo potremmo sentirci bene ovunque, anche fuori di casa e anche nei luoghi che prima ci facevano paura».
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