Zafferano, “oro rosso” antiossidante e antiage
Con il suo sapore “esotico” lo zafferano è un valido alleato in cucina. Contiene due preziosi antiossidanti, utili per dare battaglia ai segni del tempo e agli effetti dannosi dei raggi UV
Segni particolari: la sua caratteristica colorazione aranciata a cui si deve l’appellativo di “oro rosso”. In botanica lo chiamano Crocus sativus, in gergo comune è meglio noto come zafferano, una spezia impiegata in cucina per insaporiredai primi piatti ai dessert. Il professor Luca Piretta, gastroenterologo, nutrizionista e docente dell’Università Campus Biomedico a Roma, ci rivela quali sono le sue principali virtù.
La coppia vincente
Si chiamano crocina e crocetina e sono due principi attivi appartenenti alla famiglia dei carotenoidi che donano alla spezia la sua tipica nuance rosso-arancione.
Agiscono anche come potenti antiossidanti. Questo significa che sono utili per contrastare l’assalto dei radicali liberi, che danneggiano il nostro DNA in modo irreparabile, e favoriscono l’invecchiamento precoce della pelle.
Inoltre, le due sostanze difendono la cute dai risvolti dannosi delle radiazioni ultraviolette, hanno un effetto anti-tumorale e sono protettive nei confronti di alcune malattie degenerative, quali l’arteriosclerosi, e di quelle causate da stress ossidativo, per esempio infiammazioni croniche come artrite o tabagismo.
Work in progress
Recenti studi condotti in laboratorio sui ratti hanno dimostrato che lo zafferano avrebbe un’azione benefica sul sistema nervoso centrale, agendo come una sorta di anti-depressivo. Questi studi devono essere ancora approfonditi per potere dimostrare la loro validità anche sull’uomo.
In cucina
Lo zafferano può essere utilizzato come condimento, ma con parsimonia. Non solo per i suoi costi decisamente alti (dovuti perlopiù al metodo di raccolta e lavorazione eseguiti a mano), ma anche per il suo apporto calorico (100 grammi di prodotto contengono più di 300 calorie).
Occhio alla provenienza
Il maggior produttore di zafferano su scala mondiale è l’Iran. Da qui, grazie ai crocevia commerciali dei mercanti, inizia a espandersi sulle coste del Bacino del Mediterraneo (Grecia e Spagna in testa) e attorno al 1500 approda anche nel Belpaese sull’Altopiano di Navelli, in Abruzzo, per poi espandere la sua coltivazione anche in buona parte di Toscana, Umbria, Marche, Liguria nella zona delle Cinque Terre, Puglia e Sicilia.
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