Vuoi vivere a lungo? Cura (anche) le relazioni
Non siamo solo il prodotto di meccanismi biochimici e processi cellulari: la sfera emozionale e gli effetti dei rapporti interpersonali incidono sulla qualità e sulla durata della vita quanto ridurre il fumo o controllare l’alimentazione
Una vita lunga, sana e serena: chi non desidera realizzare questo sogno? La longevità è il tema approfondito dal dottor Filippo Ongaro, per anni medico d’equipaggio degli astronauti dell’Agenzia Spaziale Europea, nel libro Missione longevità (Sperling & Kupfer). Gli aspetti biologici connessi con la forma psicofisica sono importantissimi. Nello spazio come nella nostra quotidianità, infatti, serve prendersi cura del proprio corpo, attraverso l’alimentazione, l’attività motoria, adeguati percorsi detossinanti, una gestione equilibrata dello stress, un’opportuna stimolazione della mente e delle sue facoltà mnemoniche e cognitive, perché l’essere umano è un meccanismo complesso che funziona al meglio se tutte le sue componenti lavorano in sinergia e se ne previene il decadimento. Ma le vere fondamenta della vita longeva sono le emozioni positive.
Esistono molti studi e dati che comprovano quanto le emozioni, le relazioni e la gioia influenzino la salute e la longevità.
Curare il corpo e le relazioni
Ci sono evidenze scientifiche del fatto che i rapporti interpersonali, i trionfi e i fallimenti nelle relazioni, nell’ambito lavorativo e nel matrimonio sono tutti elementi che incidono sulla qualità e sulla durata della nostra vita: curare e coltivare le relazioni non è meno importante di curare il corpo, perché quando non funzionano ci carichiamo di rabbia, frustrazione e stress. In genere, per spiegare la longevità, si tende a concentrarsi prevalentemente sui processi cellulari, genetici e molecolari, mentre è necessario prestare attenzione anche all’empatia e alle emozioni.
Ad esempio, come rimarca l’esperto, i legami affettivi soddisfacenti sono un elemento protettivo che aiuta a essere più resilienti e ad affrontare con successo anche gli eventi negativi della vita. Al contrario, le relazioni negative e tossiche riducono la capacità di far fronte agli stress. «Chi è capace di mantenere relazioni calde e solide vive meglio e più a lungo di chi si sente isolato, abbandonato e solo. Basti pensare che i ricercatori suggeriscono che il senso di solitudine faccia male quanto il fumo di sigaretta e l’abuso di alcol» rivela Ongaro. La qualità delle relazioni sembra addirittura avere un effetto sulla salute del cervello e sulla prevenzione del decadimento cognitivo. Ma attenzione: la voce “relazioni” include anche la relazione che si ha con se stessi. Per invecchiare bene è necessario essere benevoli e non giudicarsi con eccessiva severità, essere dotati di autostima e amor proprio e cercare di ridurre lo stress, gli stimoli interiori negativi e l’insoddisfazione spirituale, perché incidono negativamente sulla qualità del nostro futuro (oltre che del presente).
Diventa coach di te stessa
Che fare, quindi? Bisogna essere buoni coach di se stessi anche nell’ambito delle relazioni, delle emozioni e degli affetti, imparando prima di tutto ad ascoltarsi. Quando si prendono delle decisioni che si riverberano inevitabilmente sulla sfera interiore, è bene proiettarsi nel futuro di almeno 5-10 anni, pensando a lungo termine e collegando i propri comportamenti e le scelte di oggi alle conseguenze che avranno: ciò aiuta a non perdere di vista gli obiettivi, lo scopo che ci si prefigge nella vita, ciò che si vuole essere e si vuole diventare. Imparare a preoccuparsi meno, conservare ironia e senso dell’umorismo e coltivare i legami interpersonali che trasmettono positività, imparando dagli errori e dagli eventi negativi senza colpevolizzarsi, sono solo alcune delle piccole strategie suggerite dall’esperto per creare le condizioni di una longevità serena.
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