Un hammam a casa tua
Se i primi freddi ti impigriscono, risveglia la bellezza della pelle (e non solo) con un rituale hot dalle molteplici virtù
Apre i pori cutanei e purifica la superficie dell’epidermide eliminando tossine e cellule morte grazie all’azione del vapore. Il plus? Migliora la circolazione sanguigna ossigenando e stimolando la rigenerazione dei tessuti e libera persino le vie respiratorie.
Una sosta in hammam, oltre a infondere un profondo relax, regala una pelle levigata e tonica. E se non ne hai uno a portata di mano, puoi cercare di ricreare la sua magica atmosfera tra le pareti di casa con l’aiuto di pochi prodotti combinati ad hoc.
Il rituale home made
Prima del soin è importante scaldare il corpo con un bagno o una doccia calda creando un po’ di vapore nella stanza. «Dopodiché, massaggia sul corpo il sapone nero del Marocco, chiamato anche sapone Beldi, che significa sapone del posto, un panetto gelatinoso a base di olio di oliva e noccioli di oliva saponificati che a contatto con la pelle umida si trasforma in una mousse», spiega Francesca Teresa Di Terlizzi, direttore Ecole Vraie Femme a Brescia. Prosegui il massaggio utilizzando il guanto esfoliante kassa in fibra vegetale. Dopo avere eliminato i residui di prodotto con bagno o doccia, alternando getti di acqua calda e fresca, lascia in posa sul viso per dieci minuti una maschera al rassoul, un’argilla minerale purificante, nutriente e astringente, e dopo averla asportata con dischetti di cotone inumiditi, applica una crema illuminante. Per ripristinare la barriera idrolipidica cutanea dopo il trattamento e idratare a fondo, stendi dell’olio di argan su viso e corpo. L’astuzia in più: puoi utilizzare l’olio di argan anche come impacco ricostituente per i capelli.
Le origini
L’hammam da sempre è uno dei luoghi più importanti per la vita sociale nel mondo arabo, anche per le sue donne, che qui potevano incontrarsi al riparo degli sguardi indiscreti degli uomini. Sembra che uno tra i più antichi sia il Kusair’Aman, vicino al Mar Morto. Hammam in arabo significa “fonte di calore” ed è una tradizione nata sulla spinta delle terme romane con alcune differenze. Gli edifici realizzati per questo momento di purificazione non prevedono vasche o piscine per le immersioni, ma sono invece suddivise in un vestibolo, chiamato camekan, per prepararsi e rilassarsi, una sala tiepida, una più calda con temperatura tra i 50 e i 60 °C e un’umidità che sfiora il 95 per cento, e un’altra più fresca.
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