Presbiopia sempre più precoce: colpa dello smartphone?
Chattare, postare, smanettare con il telefonino sono attività che, a lungo andare, possono anticipare la comparsa di disturbi come la presbiopia
Il primo sintomo potrebbe essere la difficoltà di lettura di un messaggio sullo smartphone, una visione offuscata della timeline di Facebook, un mal di testa persistente mentre si chatta. La presbiopia non è un difetto della vista, ma una condizione fisiologica legata all’invecchiamento, che comporta la progressiva riduzione della capacità di focalizzare gli oggetti vicini, soprattutto in condizioni di scarsa illuminazione o stanchezza.
Prime avvisaglie intorno ai 40 anni
Insorge intorno ai 40-45 anni e, secondo le ultime stime, colpisce oltre 26 milioni di italiani, soprattutto donne, per via dei cambiamenti legati alla menopausa e dell’altezza media inferiore rispetto agli uomini. Negli Stati Uniti i presbiti superano i 100 milioni e arrivano oltre i 2 miliardi in tutto il mondo.
Negli ultimi anni un sempre maggior numero di persone la sviluppano precocemente.
Ore e ore passate al computer e la continua interazione con smartphone e sistemi digitali tra i maggiori responsabili. Secondo il report annuale di Klaunier Perkins Caufield & Byers, infatti, le persone trascorrono in media 4 ore al giorno davanti al cellulare e ciò basta: per danneggiare la vista, dice la scienza, possono bastare già 5-6 ore al giorno incollati allo smartphone.
Come si corregge oggi
Anche se non si può prevenire la presbiopia, è possibile correggerla. L’approccio più semplice sono gli occhiali: chi non ha difetti visivi può usare lenti monofocali, mentre, in presenza di altri difetti visivi, si usano lenti multifocali per una messa a fuoco a tutte le distanze. Per rallentare il processo di invecchiamento del sistema oculare è utile indossare una protezione dalla radiazione ultravioletta, come occhiali da sole e lenti a contatto con filtri Uv, da oggi disponibili anche per presbiti.
Soluzione futura
In fase di studio anche una nuova tecnica di stimolazione elettrica per curare questo disturbo. L’elettrostimolazione del muscolo ciliare ripristina il funzionamento del muscolo, permettendo di ritornare a leggere da vicino senza occhiali. I soggetti che rispondono meglio a questa terapia sono quelli che non hanno difetti visivi importanti da lontano (ipermetropia e/o miopie) e hanno un età compresa tra 40 e 50 anni. Il trattamento si effettua applicando una lente a contatto sclerale con 4 elettrodi posizionati in corrispondenza del muscolo. La lente viene poi collegata a un elettrostimolatore che trasmette piccoli impulsi elettrici al muscolo, stimolandone passivamente la contrazione.
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