Osteopatia: cresce la fiducia degli italiani
Una recente ricerca mostra come gli italiani ricorrano sempre più di frequente a questa forma terapeutica e chiedano normative chiare, a tutela propria e degli operatori
Fino a non molti anni fa, le idee degli italiani sull’osteopatia e sui suoi benefici terapeutici erano forse un po’ confuse. Adesso invece sono molto più chiare: è quello che emerge da una ricerca Quorum/YouTrend realizzata per il ROI (Registro Osteopati d’Italia) e presentata lo scorso giugno al Congresso nazionale dell’associazione. Due italiani su tre (64% del campione) valutano positivamente l’osteopatia. Il 45% di loro sa che questa forma terapeutica, che ha un approccio complementare alla medicina tradizionale, permette di ridurre l’uso dei farmaci nelle problematiche ricorrenti come i dolori muscolo-scheletrici, le disarmonie posturali, le cefalee. Sa anche che viene adottata con successo in un approccio multidisciplinare per la gestione delle patologie croniche.
Credono nell’osteopatia indifferentemente uomini e donne e il 79% di loro ha un titolo di studio come la laurea.
Per disturbi cronici ma anche in fase acuta
Il numero di chi entra in uno studio osteopatico è in crescita (il 33% lo fa per contrastare problemi cronici, il 32% per patologie acute) e si ricorre a questa metodologia di cura perlopiù su consiglio di un familiare o di un amico (44% degli intervistati), ma anche con una prescrizione medica (30% circa). Risulta evidente che i cittadini italiani cominciano a guardare con fiducia a questa professione.
Maggiore chiarezza e trasparenza
Infatti sono proprio i pazienti i primi a chiedere alle istituzioni chiarezza e trasparenza, ad esempio riguardo al completamento dell’iter legislativo in corso: dopo il riconoscimento per legge della professione sanitaria dell’osteopata (2017), infatti, occorre definire anche l’ordinamento didattico per la formazione degli operatori, con un percorso universitario ad hoc, a tutela dei professionisti e dei loro pazienti. Il 44% dei partecipanti all’indagine ritiene che l’osteopatia dovrebbe essere fra le prestazioni che il servizio sanitario nazionale eroga gratuitamente o dietro pagamento di ticket e ben l’82% inserirebbe queste prestazioni nei livelli essenziali di assistenza (LEA).
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