Forest bathing: dove fare i bagni di bosco più salutari
Faggi rigeneranti, abeti rossi e betulle per la circolazione, larici per le ossa. Ecco tutto ciò che devi sapere (e gli indirizzi giusti) per fare forest bathing in un ambiente davvero terapeutico
Tutte sappiamo che passeggiare in un bosco ha un grande potere rilassante e rigenerante. L’efficacia terapeutica degli alberi era nota già in epoca romana, quando il medico Galeno e il naturalista Plinio il Vecchio avevano consapevolezza degli effetti della vicinanza con le piante e suggerivano il contatto con precise specie a scopo di cura. Nell’ultimo decennio, però, si sono moltiplicati gli studi medico-scientifici che comprovano l’efficacia del forest bathing, cioè della pratica dei “bagni di bosco”. Marco Nieri, bioricercatore ed ecodesigner, autore del volume La terapia segreta degli alberi (Sperling & Kupfer), ci insegna come scegliere gli ambienti giusti da cui trarre benefici concreti per la salute.
Tutti i boschi regalano benessere psicoemotivo e sensoriale, ma solo alcuni hanno caratteristiche che li rendono terapeutici.
L’albero giusto
Tutti gli alberi emettono sostanze volatili chiamate monoterpeni, che inalati per un tempo sufficiente possono stimolare il sistema immunitario. Alcune specie, però, ne emettono in maggiore concentrazione come i lecci, le querce, i castagni e soprattutto i faggi: non a caso le faggete sono luoghi di elezione per il forest bathing. Oltre alle varietà arboree, sono importanti anche le caratteristiche del bosco, con tronchi alti, chiome fitte, buona irradiazione solare e assenza di vento: così si crea una sorta di “camera a gas” favorevole.
Basta camminare
Per godere dei monoterpeni è sufficiente praticare una moderata attività fisica, con camminate alternate a soste, oppure lo yoga e gli esercizi respiratori che sbloccano il diaframma e ampliano la capacità toracica. Una sessione di 3-4 ore basta per creare una vera e propria interferenza chimica, dare un impulso al sistema immunitario e stimolare il sistema circolatorio, lo stomaco o l’intestino. Sarebbe ideale rimanere 2-3 giorni in loco (10-12 ore nel bosco), con benefici che si protraggono per oltre un mese un aumento della funzionalità del sistema immunitario del 50%.
Una naturale ricarica energetica
Gli studi hanno rivelato anche che tutte le specie vegetali emettono campi elettromagnetici, con cui l’organismo umano entra in risonanza e che possono quindi variamente influenzarlo: l’organismo subisce una specie di reset e le cellule ricevono un impulso positivo. Questa è la prova scientifica delle credenze degli antichi, che in varie culture abbracciavano gli alberi e li consideravano curativi. La carica energetica è maggiore nei luoghi con meno inquinamento elettromagnetico, dove gli alberi sono più vitali, e ogni specie ha interferenze specifiche: ad esempio i larici influenzano le ossa, il metabolismo del pancreas, il funzionamento della vescica, mentre gli abeti rossi e le betulle sono benefici per il sistema cardiocircolatorio, per quello nervoso, per l’intestino e l’apparato genitale femminile.
L’esperto consiglia
In Italia ci sono tre oasi forestali con caratteristiche specificamente studiate per il forest bathing: l’Oasi Zegna a Trivero (Biella), con 3 percorsi (www.oasizegna.com), un itinerario in Trentino a Fai della Paganella (www.dolomiti.it/it/fai-della-paganella/) e uno vicino a Como, nella Tenuta de l’Annunziata di Uggiate Trevano (www.tenutadelannunziata.it). Sono in corso studi preparatori anche sul monte Amiata in Toscana, nelle Foreste Casentinesi a Bagno di Romagna (FC) e nel Parco dello Stelvio, in val di Rabbi (TN). Anche alcune zone nel Centro-Sud Italia, hanno vegetazione adatta: le pinete sul lungomare della Maremma, i boschi di lecci della Campania o dell’Aspromonte, il bosco Malabotta in Sicilia.
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