22/03/2022

Emicrania: il decalogo per conoscerla e affrontarla meglio

Simona Lovati
A cura di Simona Lovati
Pubblicato il 22/03/2022 Aggiornato il 22/03/2022

L'emicrania è dolorosa, invalidante e con un alto impatto sociale ed economico. Ecco il Manifesto della Fondazione Onda per migliorare la qualità della vita di chi ne soffre

A young businesswoman standing against a glass wall with her head in her hand

Interessa il 12 per cento degli adulti a livello mondiale con una prevalenza tre volte maggiore nelle donne. Solo nel Belpaese ne soffrono sei milioni di persone e di queste quattro milioni sono quote rose. Sono questi i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che riconosce l’emicrania come la terza patologia più frequente e la seconda più disabilitante.

Si tratta di una malattia neurologica con un alto impatto umano, sociale ed economico, troppo spesso banalizzata come “semplice” mal di testa.

Un Manifesto per combatterla in modo efficace

Per fare chiarezza, scuotere l’opinione pubblica e offrire una migliore qualità della vita a tutte le persone che ne soffrono, la Fondazione Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere) ha messo a punto il Manifesto in dieci punti “Uniti contro l’emicrania”. L’obiettivo è promuovere per tutti anche un percorso diagnostico rapido e l’accesso alle cure più efficaci e innovative ad oggi disponibili.

I 10 punti

  1. Promuovere campagne di awareness. È importante costruire una cultura sull’emicrania e sul suo condizionamento di vita, attraverso la diffusione capillare di informazioni chiare basate su consolidate evidenze scientifiche.
  2. Garantire un accesso tempestivo ai percorsi diagnostici-terapeutici. Trascorrono ancora troppi anni tra la comparsa dei sintomi e la diagnosi. E questo si associa al rischio di abuso di farmaci analgesici e relative complicanze in termini di tossicità e cronicizzazione del disturbo, tra cui la comparsa di cefalea da iperuso di farmaci antidolorifici.
  3. Potenziare i collegamenti tra i professionisti del territorio (i medici di medicina generale) e del comparto ospedaliero.
  4. Garantire interventi personalizzati secondo un approccio bio-psicosociale. È necessario assicurare a tutti i pazienti interventi basati su linee guida nazionali e internazionali, personalizzati in base alla tipologia di emicrania (gravità, frequenza, durata degli attacchi), al genere, all’età, ai fattori che influiscono su sintomi ed eventuali patologie concomitanti, considerando anche gli aspetti psicologici e socio-relazionali. Particolare attenzione deve essere riservata all’età evolutiva (bambini e adolescenti).
  5. Potenziare la formazione dei medici di medicina generale e specialistica, considerando l’elevata frequenza di altre patologie concomitanti associate a dolore cronico, con disturbi dell’umore e del sonno e aumento del rischio cardio-vascolare. Obiettivo: garantire ai pazienti una presa in carico globale e multidisciplinare.
  6. Coinvolgere attivamente i pazienti e i familiari nel percorso di diagnosi e cura. È necessario educare i pazienti a partecipare ai processi decisionali, per migliorare l’aderenza alle cure, così come coinvolgere i familiari per essere un supporto concreto.
  7. Promuovere l’innovazione terapeutica e facilitarne l’accesso. È fondamentale sostenere e incentivare la ricerca per individuare cure sempre più performanti nel controllare la malattia, soprattutto in materia di trattamenti, riducendo gravità, frequenza e durata degli attacchi. È necessario garantire anche un accesso equo ed omogeneo alle cure più nuove secondo criteri condivisi e validati.
  8. Ridurre l’impatto economico. Occorre potenziare i modelli di presa in carico precoce del paziente con emicrania ottimizzando la gestione della patologia e ridurre non solo i costi diretti ma anche quelli indiretti legati alla perdita di produttività e al presenzialismo.
  9. Garantire l’attuazione della legge 14 luglio 2020, n. 81, “Disposizioni per il riconoscimento della cefalea primaria cronica come malattia sociale”.
  10. Promuovere un impegno collettivo tra istituzioni, società scientifiche, associazioni di pazienti e tutte le altre figure coinvolte (professionali e non), per diminuire l’impatto esistenziale, relazionale, lavorativo e socio-economico dell’emicrania