Emergenza Covid e nuovi stili di vita (più corretti)
Una ricerca appena divulgata mostra che nei mesi dell’emergenza Covid abbiamo imparato a prenderci cura della nostra salute e del nostro benessere più di quanto facessimo prima
L’emergenza Covid ha stravolto le nostre vite e, dalla fine dello scorso febbraio, ha modificato tante nostre abitudini, ponendoci di fronte a incertezze, paure e procurandoci livelli di stress molto elevati.
Ma una situazione tanto drammatica e destabilizzante ha portato con sé anche qualche aspetto positivo: ad esempio l’aumento dell’attenzione degli italiani verso la propria salute, che oggi è diventata una priorità importante per il 76% di loro.
Questo uno dei risultati sorprendenti di una recente ricerca divulgata da Fitbit, che ha aggregato dati raccolti fra la fine di febbraio e la fine di agosto attraverso gli smartwatch dei consumatori e li ha arricchiti con un’indagine svolta in agosto su un campione rappresentativo della popolazione adulta.
I più virtuosi
In un momento in cui le restrizioni e le misure di sicurezza per la popolazione sono aumentate di nuovo a causa della pandemia, è interessante notare che il 54% degli intervistati ha ammesso un miglioramento della propria salute durante i mesi del primo lockdown, affermando di avere sviluppato abitudini e comportamenti più sani. La fascia di età fra i 45 e i 54 anni è quella di chi si è scoperta più virtuosa (59%), seguita dai giovani fra i 18 e i 24 (57%).
I miglioramenti nella durata del riposo sono stati percepiti dal 47% del campione come uno dei cambiamenti più positivi, se non per la qualità del sonno (che per il 43% delle donne è stata influenzata negativamente da ansia e paure) almeno per la quantità di ore trascorse a letto: il 33% degli intervistati si è abituato infatti ad andare a dormire prima e il 21% delle donne fra i 18 e i 29 anni, in particolare, ha dormito più del solito non solo durante i mesi del primo lockdown ma anche in quelli successivi.
Più sportivi
E se la gestione dello stress è diventata un problema importante per il 33% degli intervistati, molti di loro hanno dichiarato un impegno nuovo verso abitudini di vita più sane: esercizio fisico (26%), meno alcool (58%) e alimentazione più sana (56%). La forzata permanenza in casa ha reso quasi tutti, inevitabilmente, più sedentari (almeno per quanto concerne le attività motorie abituali nella vita di tutti i giorni), ma con l’allentarsi delle restrizioni il numero dei praticanti sport è cresciuto del 2% rispetto al 2019.
Insomma, dobbiamo continuare a trarre qualche beneficio anche da una situazione tanto difficile: è questa la sintesi del commento della dottoressa Cecilia Invitti, direttore del Laboratorio sperimentale di Ricerca di Medicina Preventiva e responsabile del Servizio Lifestyle Medicine dell’Istituto Auxologico Italiano di Milano: «La promozione di stili di vita corretti è uno degli obiettivi prioritari indicati dal Ministero della Salute nel Piano Sanitario Nazionale e il compito di noi professionisti è proprio quello di aiutare i pazienti a focalizzarsi sulle condizioni ed i meccanismi che contribuiscono al mantenimento della salute. Questo difficile obiettivo si ottiene rafforzando le scelte di vita, incoraggiando e rendendo abituali comportamenti benefici come l’attività motoria, la qualità del sonno e il contenimento del livello di stress».
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