Allergie: stop alle fake news
I cambiamenti climatici e lo smog fanno impennare i casi di allergie respiratorie di cui oggi soffre un italiano su tre. Per affrontarle correttamente è bene avere idee chiare e dimenticare i falsi miti
Clima imprevedibile e aria sempre più inquinata. Sono i due fattori che fanno crescere di continuo il numero di soggetti che soffrono di allergie respiratorie.
Si calcola infatti che un italiano su tre sia alle prese con starnuti, occhi arrossati e altri fastidi, arrivati per altro questa primavera con un anticipo di circa un mese.
Ce lo conferma il dottor Vincenzo Patella, Presidente della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC) e Direttore UOC Medicina Interna a indirizzo Immunologico e Respiratorio Azienda Sanitaria Salerno. La prima regola per tenere sotto controllo il problema? Lo suggerisce Assosalute: conoscerlo e dire noi alle fake news che ruotano attorno al tema.
Non solo in campagna
Contrariamente a quanto si crede, è questo il primo falso mito da sfatare, le allergie si presentano maggiormente in città rispetto alle zone verdi. «L’urbanizzazione e lo smog potenziano l’effetto allergizzante dei pollini, aumentando il rischio di sviluppare allergie anche in chi non ne ha mai sofferto prima» continua l’esperto. «In generale, infatti, l’ambiente pesa per il 70%, la genetica solo per il 30%: ciò significa che una persona predisposta potrebbe non sviluppare allergie se non viene esposta ai fattori scatenanti come smog, acari, muffe o peli di animali. Non a caso chi si trasferisce in una nuova città può sviluppare allergie a cui prima era immune».
La soluzione non è spontanea
Le allergie non passano da sole come sono ancora in molti a credere. «Se non curate, tendono a peggiorare nel tempo e gli episodi diventano sempre più frequenti e intensi» commenta il professor Patella. Occorre quindi rivolgersi in primis al medico di base che indirizzerà poi verso lo specialista perché il problema venga affrontato tempestivamente e in modo corretto. Se il disturbo ha un’origine allergica, è opportuno affidarsi a un allergologo, che potrà individuare la causa e definire la terapia più adatta che, nei casi più gravi, potrebbe essere l’immunoterapia specifica.
Lo sport? Si può fare
Un’altra falsa convinzione è quella che suggerisce di evitare l’attività fisica quando si soffre di allergie stagionali. «In realtà» continua l’esperto «lo sport può essere praticato senza problemi tra i soggetti che soffrono di allergie respiratorie, a patto che i sintomi siano ben controllati. Non ci sono restrizioni particolari, se non per discipline come l’alpinismo o le immersioni subacquee che richiedono maggiore attenzione».
E la dieta?
Non è del tutto libera come si tende a credere. Selezionare con cura gli alimenti da includere nella propria alimentazione è infatti di fondamentale importanza nella gestione delle allergie respiratorie. «Alcuni alimenti, come latte, glutine, uova, pesce, arachidi, frutta a guscio e persino anidride solforosa e solfiti, possono scatenare reazioni crociate nei soggetti allergici. Non a caso è obbligatorio che vengano riportati in etichetta proprio per la loro natura allergizzante». Tenendo sempre conto che un’alimentazione varia, ricca di cibi crudi, aiuta a mantenere un microbioma sano, riducendo il rischio di allergie.
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