Bartolinite: scopri le cause. E come curarla
Gli indumenti troppo attillati, ma anche i rapporti sessuali e l’uso frequente della bicicletta sono all'origine di questa fastidiosa infezione intima
Sempre più donne, anche giovanissime, sono colpite da una malattia vulvo-vaginale chiamata bartolinite: i rapporti sessuali, l’abitudine di indossare slip colorati e jeans seconda pelle, la passione per cyclette e bici tra le possibili cause.
Come dice il nome, l’infezione colpisce le ghiandole del Bartolini, posizionate simmetricamente ai lati della vagina.
Accade quando le secrezioni prodotte dalle ghiandole a scopo di lubrificazione (per esempio durante i rapporti sessuali) non defluiscono come dovrebbero, andando a ostruire i piccoli canalini che portano all’ingresso della vagina. Ciò provoca un accumulo di muco all’interno della ghiandola, che aumenta di dimensioni, fino a formare una cisti che si ingrandisce sempre di più. L’infezione subentra quando all’interno della ghiandola ingrossata cominciano a proliferare i germi, soprattutto batteri di origine vaginale o intestinale, come Streptococco o Escherichia Coli.
Cosa fare, già ai primi sintomi
I sintomi sono gonfiore, rossore e dolore, a volte anche febbre. Se li avvertite non perdete tempo, ma recatevi subito dal medico, per scongiurare il peggioramento della malattia: per la diagnosi, e l’impostazione della terapia, è sufficiente una visita ginecologica. Le cisti non hanno bisogno di cure quando sono di modeste dimensioni, non creano fastidio e non sono oggetto di infezioni. Altrimenti la cura prevede in prima battuta la somministrazione di antibiotici per bocca: per esempio amoxicillina e acido clavulanico o cefixima, oppure claritromicina, per 7-10 giorni.
Quando gli antibiotici non bastano
Se la situazione non migliora si ricorre a un’incisione della ghiandola, per far fuoriuscire le secrezioni purulente: si esegue in ambulatorio, con anestesia locale. Quando il problema si ripresenta più volte in un anno o persiste un ingrossamento della ghiandola, si procede con la marsupializzazione, eventualmente associata al laser. Prevede l’incisione della ghiandola e la creazione di un “microforo” transitorio che crea un drenaggio continuo del liquido: in questo modo la ghiandola progressivamente non produce più muco (atrofia). Nei casi più estremi si può arrivare all’asportazione completa della ghiandola (ciò non ha conseguenze sulla lubrificazione).
Il rimedio più efficace? La prevenzione
Fondamentale la prevenzione: scegliete biancheria intima traspirante, di tessuti naturali e colore bianco, non indossate a lungo salvaslip, perizomi, pantaloni attillati e indumenti aderenti, seguite una corretta igiene intima. Dopo i rapporti sessuali lavatevi con acqua fredda.
Ti potrebbe interessare anche:
- Farmaci online: 6 consigli antitruffa
- Amianto: le nostre case sono ancora a rischio?
- Shiatsu anticellulite
- Fiori australiani: detox, drenanti, antistress
- Vacanze in autunno: come renderle green