Teatro, fra classici immortali e comicità liberatoria
La seconda metà di ottobre vede una vera esplosione di spettacoli di prosa sui palcoscenici di tutta Italia, con un’alternanza di proposte scoppiettanti, riflessioni profonde, trame leggere e pièce innovative
Gli appassionati di teatro, dopo il lungo periodo di astinenza causato dalla pandemia, e le “escursioni” estive all’aperto, stanno dimostrando un grande entusiasmo per il ritorno nelle sale. Anche attori, registi e maestranze si ritrovano a contatto con il loro pubblico: «La nostra volontà è riconquistare uno spazio condiviso, fatto di corpo a corpo e di umanità che specchiandosi si riconosce e riconoscendosi si migliora» spiegano Lella Costa e Serena Sinigaglia, direttrici artistiche del Teatro Carcano di Milano.
«Il teatro è sempre un riflesso delle trasformazioni dei tempi e della complessità del reale» afferma Claudio Longhi, regista
Le proposte in cartellone
Amate i classici? Le proposte sono numerose. Non perdetevi quello scapestrato dongiovanni di Liolà, dalla commedia agreste di Luigi Pirandello, al Teatro Manzoni di Milano (dal 12 e fino al 24 ottobre). È una pièce particolare, che in cui la prosa è “condita con stornelli di musica” (l’espressione è del regista Francesco Bellomo): non a caso l’interprete protagonista, Giulio Corso, ha esperienza di musical (Aggiungi un posto a tavola, Grease). Oppure, al Teatro Gobetti di Torino (fino al 7 novembre), è in programma Il tartufo di Molière, in una sofisticata versione diretta da Roberto Valerio che ne sottolinea il valore di satira senza tempo dell’ipocrisia e dell’arrivismo. Spazio anche per Franz Kafka, di cui il Teatro Ciak di Roma mette in scena un adattamento teatrale del Processo (21 ottobre-4 novembre): un incubo in cui il protagonista è accusato e processato per qualcosa che non ha commesso e che ignora.
Tono diversissimo per l’inaugurazione ufficiale della stagione del Carcano di Milano (27-31 ottobre) affidata a Intelletto d’amore. Dante e le donne, con Lella Costa in scena. Lo spettacolo indaga il rapporto di Dante con le donne della sua vita e della sua opera (da Beatrice a Francesca, dalla prostituta Taide alla moglie Gemma Donati) partendo sempre dalle biografie per immaginare sviluppi possibili e impossibili, fra serietà e ironia. «Ad esempio Gemma Donati spiegherà come si convive con l’ideale amoroso di tuo marito, se non sei tu» sorride il regista Gabriele Vacis.
Inedita è la Turandot di Carlo Gozzi, con una compagnia di 13 giovani talenti guidata da Pier Luigi Pizzi, che firma anche l’adattamento della novella settecentesca che avrebbe poi ispirato Puccini per la sua opera. La pièce inquietante e tenebrosa, prodotta dal Teatro Stabile del Veneto, è stata in prima nazionale al Goldoni di Venezia (1-17 ottobre) e adesso si trasferisce al Verdi di Padova (20-24 ottobre) e al Del Monaco di Treviso (29-31 ottobre).
Si ride con Debora Villa, prima attrice donna a interpretare Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere di Paul Dewandre, al Teatro Manzoni di Milano (28-31 ottobre): «Troverete un vademecum di peculiarità femminili, ciascuna abbinata al suo corrispondente maschile… ma anche qualche consiglio sornione» spoilera l’attrice comica.
L’attenzione si sposta sul tema (tanto attuale) dei rigurgiti di odio al Mercadante di Napoli, dove il Teatro di Napoli-Teatro Nazionale porta Piazza degli eroi di Thomas Bernhard (20-31 ottobre), su cui riflette il regista Roberto Andò: «In Italia questo capolavoro non è mai stato messo in scena, ma la sua azione (che si svolge nel 1988 e rimanda ai tragici eventi del nazismo di 50 anni prima) può essere calata in una qualsiasi piazza da comizio, di una qualsiasi città europea».
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