Dove va a finire lo stress?
Le emozioni possono riflettersi anche sul corpo, creando diversi disturbi, dal mal di pancia alle contratture. Ecco la mappa dei punti critici
Lo stress è all’origine di intere galassie di doloretti misteriosi, dal collo rigido agli imbarazzanti mal di pancia che anticipano i momenti di tensione.
Soffrire di un disturbo psicosomatico non significa essere un malato immaginario, perché il malessere che si prova è del tutto reale.
Muscoli e nervi si limitano a tradurre in un altro linguaggio le emozioni che ci rifiutiamo di ascoltare, o che non abbiamo ancora avuto il tempo di elaborare. In un articolo apparso su Psychology Today, lo psicoterapeuta Sean Grover insegna a riconoscere le zone sensibili allo stress associando a ognuna di esse l’emozione corrispondente.
Le 6 aree in cui si accumula tensione
- Schiena. La zona lombare, ovvero la parte più bassa della schiena, è la zona che più risente della frustrazione e del malcontento. La buona notizia è che questa energia caotica può essere trasformata in energia creativa: diventare più assertivi e riservarsi il diritto di essere in disaccordo aiuta a gestire la rabbia in maniera costruttiva, trovando nuove soluzioni a problemi che sembrano insormontabili.
- Stomaco e intestino. Paura e preoccupazione possono causare bruciore di stomaco e irritare l’intestino, con tutta una serie di dolorose conseguenze. Il consiglio dell’esperto è di affrontare i nostri timori alla luce del sole, parlandone con una persona fidata senza temere di apparire deboli o vulnerabili.
- Cuore e petto. Un cuore spezzato fa male sul serio. Le delusioni vanno elaborate come un lutto, restituendo dignità anche alla tristezza. Solo così quel peso sul petto, che molto spesso si manifesta sotto forma di dolore cronico e inspiegabile, si solleverà lasciandoci di nuovo liberi di respirare.
- Chi è abbonato alle emicranie da stress commette l’errore di voler tenere tutto sotto controllo, anche quando sa bene che si tratta di una battaglia persa in partenza. Una buona soluzione è fare pace con l’incertezza, accettando anche ciò che non possiamo cambiare.
- Collo e spalle. Se iniziate a sentire tutto il peso del mondo sul collo, è il momento di prendervi una pausa. Le contratture all’origine del torcicollo da stress sono spesso il sintomo di un sovraccarico di responsabilità, impossibili da gestire anche per chi ha ambizioni da supereroina. Meglio delegare un po’ di più e accettare l’aiuto degli altri, magari approfittandone per un bel massaggio.
- Gola e corde vocali. Chi è cresciuto in un ambiente che tende a scoraggiare l’espressione di sé tenderà a censurarsi, al punto da sentire la gola che si chiude e la voce che si spezza. La scrittura terapeutica può essere un buon esercizio, così come la lettura di poesie ad alta voce. L’importante è fare pratica, superando i vincoli imposti da un’educazione troppo opprimente.
Altri segnali da non sottovalutare
Le vie dello stress sono infinite. A volte si manifesta in maniera più sottile, magari togliendoci il sonno o il fiato, o facendoci sentire affaticati senza motivo. Quando si hanno sempre le batterie scariche, riflette Grover, potrebbe anche essere una questione di risentimento. Rimuginare continuamente su torti e colpe è in effetti un grande spreco di energie, mentre lasciare andare il rancore fa sentire subito più leggeri. La freddezza invece è una falsa alleata: cercando di diventare meno sensibili rinunciamo anche alla gioia delle piccole cose, a quello che ci fa sentire vivi, condannandoci all’apatia.
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