Yoga: per un’azione antiage ci vuole una Posa selvaggia
Aumenta l’ossigenazione di tutto il corpo, ringiovanendo i tessuti e migliorando la funzionalità degli organi, ma ha anche la capacità di farci sentire più fiduciose e di accrescere l’autostima
Lavorare sul movimento completo del diaframma e stimolare i polmoni, ampliandone la capacità, è importante per migliorare la respirazione e mantenere tutti i tessuti del corpo ben ossigenati. L’insegnante di yoga Francesca Cassia spiega che questo obiettivo si ottiene con tutte le pose che aprono e “allargano” il petto. Rendere gli atti respiratori più ampi, profondi e completi con un lavoro ad hoc sul torace ha una profonda azione detossinante e antiage per tutto l’organismo ed è il presupposto per la salute e il buon funzionamento di tutti gli organi.
Gli asana in apertura stimolano anche la ghiandola del timo, situata davanti alla trachea e legata alla produzione di una variante dei globuli bianchi, importanti sentinelle per la difesa dell’organismo.
Uno degli asana più benefici per gli effetti ringiovanenti e rigeneranti che garantisce è Chamatkarasana, la Posa selvaggia.
Come si esegue
L’esercizio risulta più facile a chi ha una certa flessibilità, ma tutte potete provarlo, procedendo in modo graduale. A terra, assumete la posizione fitness della plank con le braccia tese, poi ruotate in quella di plank laterale, con il braccio libero che si tende verso il soffitto. In pratica, vi trovate appoggiate al suolo sulla parte esterna del piede inferiore e sulla mano. Dovete contrarre gli addominali e attivare bene i dorsali, stabilizzando sia il corpo che la spalla su cui si scarica il vostro peso. A questo punto spostate il piede superiore sul tappetino dietro di voi e inarcate il corpo, aprendo il petto e spingendolo verso l’alto. L’ampiezza del movimento dipende dalle vostre capacità. Mantenete l’asana 5-6 respiri completi su entrambi i lati.
Migliora anche l’autostima
Dal punto di vista psicoemotivo, i maestri yoga insegnano che Chamatkarasana migliora l’autostima perché, metaforicamente, “apre” la corazza che ciascuno di noi crea nella zona dello sterno, chiudendo in avanti le spalle e il petto: liberati da questa “protezione”, siamo maggiormente portate a mostrarci, a fidarci degli altri e anche di noi stesse.
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