07/08/2020

Covid-19, perché al Nord è stato così forte?

Maura Prianti
A cura di Maura Prianti
Pubblicato il 07/08/2020 Aggiornato il 07/08/2020

Il fuoco incrociato di due ceppi di virus ha messo in ginocchio la Lombardia nei mesi scorsi. Uno studio ora fa chiarezza sul perché il Coronavirus ha fatto più vittime in alcune zone

Coronavirus 2019-nCov novel coronavirus concept responsible for asian flu outbreak and coronaviruses influenza. Dangerous pandemic flu cases coronavirus strain microscope virus close up. 3d rendering

Sembra che in Lombardia il nuovo Coronavirus fosse presente fin da gennaio, in due diverse “forme”, sviluppatesi indipendentemente: una nella provincia di Lodi e una nella bergamasca.

  • È giunto a questa conclusione uno studio condotto dai ricercatori della Asst Grande ospedale metropolitano Niguarda di Milano e della Fondazione Irccs policlinico San Matteo di Pavia.
  • Si tratta della più ampia indagine condotta finora su un’unica casistica di persone.

Due virus simili, ma non uguali

Il professor Carlo Federico Perno dell’ospedale Niguarda e il professor Fausto Baldanti del San Matteo di Pavia hanno analizzato le sequenze genomiche di 346 persone con Covid-19, provenienti da tutta la Lombardia, dal 22 febbraio scorso ai primi di aprile.

  • Inoltre, è stata effettuata l’analisi del sangue di 390 donatori della zona di Lodi. Questo ha permesso di capire che il Coronavirus era già presente in Lombardia a metà gennaio 2020, oltre un mese prima dei casi di Codogno.
  • In più, ha evidenziato che in questa regione si sono diffuse almeno due linee del virus, una che ha colpito la zona sud tra Lodi e Cremona, l’altra Bergamo e le sue valli.

I casi di Bergamo non erano collegati a quelli di Codogno

I ricercatori hanno poi effettuato la caratterizzazione sia del virus circolato in provincia di Bergamo, sia di quello del lodigiano, scoprendo alcune differenze.

  • Ciò conferma che, mentre dal 21 febbraio nel lodigiano veniva istituita la “zona rossa” per isolare oltre 50mila persone, nel nord della Lombardia, ad Alzano Lombardo e a Nembro, nasceva un altro focolaio non collegato ai contagi della provincia di Lodi, ma presumibilmente nato in modo autonomo.
  • In pratica, quando è stata istituita la “zona rossa” dopo il primo caso isolato a Codogno, c’erano già focolai in atto nel resto della Lombardia, inclusa la zona di Bergamo.

 

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