Unorthodox: perché questa è la miniserie da non perdere
Ispirato in parte a una storia vera, Unorthodox racconta la fuga di una giovane donna da una delle comunità ebraiche più chiuse e misteriose. La protagonista cerca la libertà ma anche se stessa, la strada giusta per accettarsi ed essere felice
In poco meno di un mese Unorthodox è diventata la serie di Netflix che tutti consigliano. Gran parte del merito va alla bravura della protagonista Shira Haas, che interpreta una ragazza in fuga dal rigore della comunità ultra-ortodossa in cui è cresciuta. Diretta da Maria Schrader e scritta da Anna Winger e Alexa Karolinski, è stata girata a Berlino alternando inglese e yiddish, con l’attenta supervisione dell’attore (e traduttore) Eli Rosen.
Una storia di formazione
Come vuole la tradizione, Esther (Shira Haas) ha sposato l’uomo che è stato scelto per lei dopo averlo visto soltanto due volte. La zia e la nonna le ripetono quanto sarà felice di avere una famiglia tutta sua, ma l’unione con il timido Yanky Shapiro (Amit Rahav) non sembra funzionare. Così Esther raccoglie il coraggio per lasciare la comunità chassidica di Williamsburg, approfittando dell’assenza del marito e della complicità di un’amica. Seguendo le orme della madre, che si è rifatta una vita in Europa e convive con la compagna, si rifugia a Berlino e viene presa sotto l’ala protettiva di un gruppo di musicisti del conservatorio. Quello che Esty non sa è che il rabbino (Eli Rosen) ha consigliato a Yanky di riportarla a casa, imponendogli l’aiuto dell’altra pecora nera della famiglia, il cugino Moishe (Jeff Wilbusch).
Ispirato a una storia vera
La serie prende spunto dalla storia di Deborah Feldman, raccontata nel memoir Ex-ortodossa. Il rifiuto scandaloso delle mie radici chassidiche (Abendstern). Come Esther, anche Deborah – all’anagrafe Sara Berkowitz – ha lasciato Williamsburg alla soglia dei vent’anni, stanca di essere al centro dei pettegolezzi degli anziani di famiglia e delle pressioni del marito perché rinunciasse ai suoi amati libri (secolari, quindi moralmente pericolosi).
Dal suo libro sono stati ripresi tutti i dettagli sul passato di Esty, dal rapporto speciale con la nonna alla sensazione di non riuscire a integrarsi, inclusa la difficoltà a concepire e il pessimo rapporto con una suocera troppo invadente.
Nel mondo reale, però, non è stata necessaria alcuna fuga nel mezzo dello Shabbat né qualcuno le ha dato la caccia per riportarla all’ovile. Oggi vive davvero a Berlino, mentre sua madre è rimasta a New York.
I misteriosi chassidim
Tra le comunità ebraiche di New York, il movimento chassidico Satmar è facilmente riconoscibile. Dal copricapo maschile in pelliccia di visone agli abiti modesti delle donne, che riprendono lo stile dell’Europa orientale, passando per la lingua e il rifiuto di tanti aspetti della modernità. L’aperto contrasto tra una Berlino luminosa e vibrante di vita e le tende perennemente tirate di casa Shapiro aiuta a comprendere l’impatto con il “grande trauma” (l’Olocausto), che i discendenti delle vittime stanno ancora elaborando. Molti dettagli riportati dalla serie sono autentici, tuttavia il tono cupo e opprimente con cui sono raccontati va letto attraverso lo sguardo di Esty. Alla radice della sua infelicità c’è più la disperazione di sentirsi sola e inadeguata che una vera contestazione del mondo in cui è cresciuta e che in parte ama ancora. Da questo punto di vista l’accostamento con il distopico The Handmaid’s Tale trae in inganno: non è una storia di ribellione, o almeno non solo, quanto di accettazione della propria diversità.
Cosa guardare (o leggere) se ti è piaciuta Unorthodox
Se la serie vi ha incuriosito, su Netflix potete recuperare il documentario One of us (2017) di Heidi Ewing e Rachel Grady, che raccoglie le storie di tre esuli di Williamsburg. Sempre in tema di ebraismo ortodosso, la serie israeliana Shtisel (Netflix) racconta la vita di una famiglia nel quartiere conservatore di Mea Shearim, a Gerusalemme, dove le generazioni più giovani iniziano a mettere in discussione l’autorità della tradizione. Se invece amate le storie di rinascita, Un complicato atto d’amore di Miriam Toews (Marcos Y Marcos) è la storia di Nomi, adolescente ribelle dell’altrettanto chiusa comunità mennonita canadese combattuta tra l’amore per il padre e la voglia di libertà.
Ti potrebbe interessare anche:
- Libri per sognare mondi lontani
- Film in tv nel weekend: in chiaro, su satellite e in streaming
- Taranto: l'emergenza non ferma l'Uno Maggio Libero e Pensante
- Concerto del Primo Maggio in tempi di lockdown
- Stasera in tv: i film di oggi 29 aprile