01/10/2019

Ritenzione idrica? Prova con la chiropratica

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 01/10/2019 Aggiornato il 01/10/2019

Le manovre di mobilizzazione della colonna vertebrale, tipiche di questa forma di cura, non agiscono solo in presenza di disturbi muscoloscheletrici ma stimolano le terminazioni nervose che regolano le funzioni circolatorie. Riequilibrandole

chiropratica-stasi-linfatica

Gonfiore e pesantezza alle gambe, turgore e dolore al seno, cellulite: fastidi molto comuni per le donne, in momenti diversi della loro vita, riconducibili entrambi a un ristagno linfatico.

I liquidi presenti fra le cellule dei tessuti non riescono ad essere smaltiti, a causa di un rallentamento della circolazione e di un “intasamento” dei vasi linfatici.

Fra i rimedi possibili per alleviare l’insufficienza venosa e la ritenzione idrica c’è anche la chiropratica, una disciplina che, a torto, si crede venga utilizzata solo come rimedio per problematiche dell’apparato muscoloscheletrico.

Invece questa tecnica assicura benefici anche in un gran numero di fastidi di altra natura, perché stimola e promuove l’autoguarigione del corpo.

L’intervento del chiropratico non è invasivo, non prevede l’assunzione di medicinali, è indolore e non ha controindicazioni, perché si serve di infinite tecniche diverse da adattare al caso soggettivo.

Alla base dei blocchi

Il buon funzionamento dell’organismo avviene sotto il controllo del cervello che, attraverso il midollo spinale e una fitta rete di nervi, invia stimoli e messaggi continui a tutti i tessuti del corpo e contemporaneamente ne riceve.

Stress, traumi, cattive posture, scarso tono dei muscoli della schiena e movimenti bruschi possono però creare alterazioni alla colonna vertebrale (in chiropratica si chiamano sublussazioni) e bloccare i nervi che di lì si diramano. Risultato? Si crea un ostacolo alla corretta trasmissione degli impulsi e insorgono disturbi diversi nei vari organi.

Un intervento mirato

Come spiega Daniele Bergamini, dottore in chiropratica Usa, il chiropratico individua i segni della disarmonia e interviene con un’azione mirata delle mani, mobilizzando la colonna vertebrale e ripristinando così la corretta comunicazione fra tutte le zone corporee.

Questa operazione si chiama “aggiustamento”: una volta corretto lo squilibrio, è l’organismo stesso che ritrova la capacità di autoguarigione.

Una seduta può bastare

Anche in presenza di stasi linfatica e ritenzione la chiropratica agisce con una corretta mobilizzazione della colonna vertebrale: in questo modo, infatti, stimola le terminazioni nervose che regolano le funzioni circolatorie nell’organismo.

Se il disturbo è comparso da poco, una sola seduta può risolverlo. Se è cronico, servono orientativamente 6-8 trattamenti.