Sedentarietà: epidemia femminile. Ecco il manifesto per sconfiggerla
La Fondazione Onda e i centri Figurella hanno unito le forze per una campagna contro la sedentarietà femminile. Un Manifesto, disponibile online, negli ospedali con il bollino rosa e nei centri Figurella illustra i rischi e come ritrovare una vita attiva
In Italia oltre il 60% della popolazione non fa attività fisica corretta e regolare, nonostante le raccomandazioni della comunità scientifica. Un problema che riguarda da vicino le donne, dal momento che la percentuale delle “sedentarie” raggiunge la quota 43,4%, contro il 34,8% degli uomini. Per questo Fondazione Onda – osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere e Figurella hanno unito le forze per una campagna di sensibilizzazione, firmando un Manifesto contro la sedentarietà che illustra in modo semplice e chiaro i rischi per la salute, visionabile sia online che negli ospedali con i Bollini Rosa.
L’iniziativa si inserisce nel percorso iniziato con la brochure “Smettere di essere sedentario: è facile se sai come farlo”, consultabile sul sito di Onda e distribuita negli ospedali e nei 150 centri Figurella che partecipano al progetto dedicato al benessere femminile La Donna al Centro.
Da non sottovalutare
La sedentarietà è diventata una vera e propria epidemia, sommandosi ad altre pessime abitudini tipiche del nostro tempo come il fumo e la cattiva alimentazione. I rischi per la salute aumentano con l’avanzare dell’età e colpiscono in misura maggiore le donne, già provate da ritmi di lavoro molto intensi e dai compiti di cura che gravano prevalentemente sulle loro spalle. Le complicazioni legate alla sedentarietà sono troppo gravi per essere ignorate, tanto che l’OMS la colloca al quarto posto tra i rischi di mortalità a livello globale. Uno stile di vita inattivo rende infatti vulnerabili a tumori della mammella e del colon (23%), al diabete (27%) e a malattie cardiache ischemiche (30%).
Qualche consiglio dalle esperte
Il Manifesto contro la sedentarietà offre consigli semplici, che però permettono di salvaguardare la propria salute e di ritrovare gradualmente uno stile di vita attivo.
Scopri se anche tu sei a rischio
Non serve essere sovrappeso per essere a rischio: anche le persone cosiddette normopeso per non ammalarsi devono impegnarsi a cambiare il loro stile di vita. Come si fa a sapere se il proprio stile è attivo? La brochure ci viene in aiuto, per capire che l’autovalutazione non è sempre accurata. Un primo criterio è il lavoro: le professioni da scrivania non rientrano nel lavoro pesante dal punto di vista fisico. Per rientrare nella categoria degli “attivi” si rendono quindi necessari 30 minuti di attività moderata almeno 5 giorni a settimana, oppure un’attività intensa praticata per più di 20 minuti almeno 3 giorni a settimana. Per essere classificati come sedentari invece bisogna scendere a 10 minuti di attività moderata o intensa, praticata un solo giorno a settimana.
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