Simona Quadarella: in piscina (già a un anno) con papà
La nuova stella del nuoto italiano, 3 medaglie d’oro agli ultimi Campionati europei di Glasgow, ci racconta i suoi inizi e la sua vita oggi, con l’arrivo di fama e popolarità
Non ha ancora compiuto vent’anni (è nata il 18 dicembre 1988), ma ha già messo la sua firma sotto a un’impresa sportiva che l’ha consacrata nuova stella del nuoto italiano: la conquista di 3 medaglie d’oro ai Campionati europei della scorsa estate, rispettivamente nei 1500 m, negli 800 m e nei 400 m stile libero. Simona Quadarella, però, vanta anche altri risultati di prestigio: un oro alle Olimpiadi giovanili del 2014 e due bronzi nel 2017, finalmente “con i grandi”, rispettivamente nei 1500 m al Mondiali e negli 800 m agli Europei in vasca corta. Le lunghe distanze (800 e 1500 metri) sono la sua specialità.
«Ho un fisico adatto: sono leggera e non tanto grossa, quindi non esprimo potenza sullo scatto, come i velocisti, ma vado bene nei percorsi lunghi».
Come è nato l’amore per il nuoto?
«In casa Quadarella il nuoto è sempre stato una questione di famiglia. Papà aveva un gommone e io e mia sorella, di sei anni più grande, abbiamo dovuto imparare a nuotare per poterci andare. Sono entrata in piscina con mio padre all’età di un anno. Mamma mi avrebbe voluta avviare alla ginnastica artistica, che pure mi piaceva, perché seguire due figlie nuotatrici era troppo impegnativo per lei. Ho tentato l’altra strada, ma ho preferito la piscina».
Cosa ricordi della tua infanzia?
«Una medaglia di cartone dorato, vinta all’asilo: ne andavo fiera, la portavo come se fosse vera. Il mio vero percorso agonistico è iniziato però intorno ai cinque anni, con i primi brevetti e le prime garette».
Oggi sei diventata una star. Non senti il peso della grande popolarità e la pressione mediatica?
«Forse mi ero abituata gradualmente, dopo i successi nelle gare degli anni scorsi, ma tutto questo non mi crea pressione, anzi, mi fa piacere. I followers sui social sono cresciuti molto, mi scrivono, mi chiedono notizie su di me e consigli sul nuoto: io gestisco tutto con tranquillità. Certo, prima di una diretta televisiva un po’ di ansia c’è, ma per il resto so cosa dire e non mi preoccupo».
Quanto ti alleni?
«Quattro ore al giorno, suddivise fra mattina e pomeriggio, e poi ci sono le sedute in palestra. Lì lavoro molto a corpo libero, senza sovraccarichi, per non potenziare eccessivamente i muscoli e mantenere il fisico leggero».
E fuori dalla piscina?
«Sono una diciannovenne normalissima, con le attività di tutte le mie coetanee: esco con le amiche, faccio shopping, amo il cinema. Mi piacciono le feste, ma durante l’anno la mia vita segue ritmi rigorosi e non posso sgarrare: in vacanza però, d’estate, posso assaporare anche quelle…».
Perché consiglieresti il nuoto come attività fitness alle tue coetanee?
«Diciamo la verità: il nuoto è uno sport ripetitivo e un po’ monotono, per praticarlo devi amarlo. Però, se lo ami, è perfetto per mantenerti in forma, perché coinvolge tutti i muscoli del corpo, anche quelli che in altre discipline non lavorano, migliora la coordinazione ed è utilissimo per scaricare le tensioni e combattere lo stress».
Qualche suggerimento?
«Iniziate con lo stile libero e il dorso, che hanno gesti più semplici e naturali da acquisire. Se siete già esperte, diversificate le sollecitazioni allenanti e alternate tutti gli stili. Se volete tonificare, puntate sulla rana, se invece volete snellire la figura, nuotate a stile libero e dorso, che permettono di protrarre più a lungo un esercizio di tipo aerobico e di promuovere così lo smaltimento dei grassi di deposito. La tabella di marcia ideale sarebbe di 3 volte alla settimana (e comunque non meno di 2), per un’ora».
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