Critiche: impara a farle in 5 mosse
Criticare è un’arte. Prima regola: non essere aggressive. E poi bisogna essere propositive, dare suggerimenti utili, sapersi mettere nei panni dell’altro. Sempre con un atteggiamento positivo
Un’arte sottile e non sempre facile da padroneggiare. Parliamo del saper criticare, rischiosissimo ma inevitabile. Per riuscirci bisogna allenare i nervi, la lingua e imparare a dire agli altri cosa ci disturba in un’ottica di pensiero positivo: obiettivo non semplice, ma neanche impossibile.
Un atteggiamento costruttivo
A dimostrazione che capire come fare critiche costruttive (e non distruttive) non è semplice, ci sono anche molti libri sull’argomento: vere guide per muoversi bene nel difficile campo delle relazioni professionali e non. Tra i più pratici e divertenti segnaliamo Piccolo manuale per imparare a fare e a ricevere critiche di Barbara Berckhan, edito da Urra. Ecco 5 consigli per centrare l’obiettivo
- Non offendere
La prima regola è trovare le parole giuste, evitando di essere sprezzanti o offensivi: nel momento in cui si sente attaccato, il destinatario della critica si chiude in un atteggiamento difensivo ed è improbabile che presti ascolto. Altrettanto importante è la scelta del tono, che non deve essere né alterato né sarcastico. Che sia una scortesia del nostro fidanzato o un atteggiamento poco professionale di un collega, comunicare il disagio con un tono neutro e calmo. - Attieniti ai fatti. Uno alla volta
Anche se a volte si critica un atteggiamento dopo avere taciuto a lungo su tanti altri, occorre resistere alla tentazione di fare una lunga carrellata di tutte le malefatte del destinatario. Una critica deve essere il più possibile precisa e circostanziata, attenendosi ai fatti e senza esagerare. E, possibilmente, deve essere singola. Affrontando un problema alla volta è più facile trovare soluzioni, senza contare che sommergere l’altro di critiche su cose diverse avrebbe il solo effetto di lasciarlo sbigottito e, probabilmente, offenderlo. - Non improvvisarti psicologa
Vanno evitati anche accuse, congetture e processi alle intenzioni: «Lo fai per provocarmi», «È il classico comportamento di chi non vuole un rapporto serio» o «Questo dimostra per l’ennesima volta il tuo egoismo» sono frasi improduttive. Meglio, ancora una volta, andare dritti al punto e lasciare che l’altro, nel caso, ce ne spieghi le motivazioni. - Preferisci il tête-à-tête
Mai criticare in pubblico, davanti ad altri. Anche se siamo al lavoro, anche se il comportamento di una collega può avere messo in difficoltà un intero team, è comunque sempre bene evitare un “effetto gogna” e aspettare di essere a tu per tu prima di muovere un’osservazione. - Lascia sbollire la rabbia
Esprimere fastidio nel momento esatto in cui lo si prova richiede un certo autocontrollo. Se siamo arrabbiati è difficile parlare in modo sereno e costruttivo. Meglio allora aspettare di essere più tranquilli prima di esprimerci.
Keep Calm
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