Ora legale: ecco gli alimenti che conciliano il sonno

Redazione Pubblicato il 26/03/2018 Aggiornato il 26/03/2018

Le giuste scelte a tavola sono di supporto contro i fastidi del “jet lag da cuscino”

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“Ammortizzare” il passaggio non è così semplice. Secondo le ricerche infatti un italiano su cinque vive con difficoltà il ritorno all’ora legale manifestando per parecchi giorni insonnia, nervosismo, difficoltà di concentrazione, malumore.

Tutti fastidi che possono essere attenuati facendo le giuste scelte a tavola.

La Coldiretti ha stilato una guida sugli alimenti utili per conciliare il buon sonno e quelli invece da evitare.
Il “jet lag da cuscino” peggiora se si eccede con cioccolato, cacao, tè e caffè, oltre ai superalcolici. A cena è fondamentale evitare cibi troppo salati o speziati per cui meglio fare a meno di piatti con curry, pepe, paprika e sale in abbondanza, ma anche di salatini e pietanze nelle quali sia stato utilizzato dado da cucina.

Cibi “ninna nanna”

Al contrario ci sono scelte che possono favorire sonni tranquilli. Innanzitutto pasta, riso, orzo, pane e tutti i cibi che contengono un aminoacido, il triptofano, capace di favorire la sintesi della serotonina, il neuromediatore del benessere e il neurotrasmettitore cerebrale che stimola il rilassamento. Nella dieta serale vanno bene anche legumi, uova bollite, carne, pesce, formaggi freschi. La serotonina aumenta con il consumo di alimenti con zuccheri semplici come la frutta dolce di stagione. Tra le verdure al primo posto va messa la lattuga, seguita da radicchio rosso e aglio, perché le loro spiccate proprietà sedative conciliano il sonno, ma anche zucca, rape e cavoli.

Come suggeriva la nonna

Un bicchiere di latte caldo, giusto prima di andare a letto, oltre a diminuire l’acidità gastrica, fa entrare in circolo elementi che favoriscono una buona dormita per via di sostanze calmanti, presenti anche in formaggi freschi e yogurt. Bene anche per una tazza di camomilla con l’accortezza però di non lasciarla in infusione per più di due minuti, altrimenti si rischia l’effetto contrario.