Osteoporosi: muoversi per combatterla
Il movimento è fondamentale per preservare la salute delle ossa, anche se si soffre già di osteoporosi
L’osteoporosi è la più diffusa malattia dell’osso che colpisce circa 200 milioni di donne nel mondo. Si stima che in Europa, ogni 30 secondi, una donna si fratturi a causa dell’osteoporosi. In Italia ogni anno si registrano oltre 100.000 fratture di femore causate da questa malattia. L’età è ovviamente uno dei fattori che determina un progressivo “svuotarsi” e indebolirsi dell’osso. Non a caso tra i soggetti a rischio di osteoporosi ci sono le persone anziane e le donne in post-menopausa.
Ma se non si può riacquistare l’osso che si è perso con il passare del tempo, molto si può fare per aiutare il corpo a minimizzarne la diminuzione. I due fattori chiave su cui intervenire sono la dieta e l’esercizio fisico.
Un osso sano ha bisogno di nutrienti come il calcio e di stimoli meccanici per mantenere le sue proprietà e la sua resistenza: una vita sedentaria o l’immobilizzazione forzata sono tra le principali cause di perdita di massa ossea e possono generare una forma di osteoporosi da disuso. L’osso è capace di adattarsi, con il tempo, ai carichi a cui è sottoposto durante lo svolgimento dell’attività fisica: in una persona che rimane a letto tutto il giorno l’osso si indebolirà mentre in una che solleva pesi si rinforzerà.
Muoversi è la miglior ricetta
L’esercizio permette quindi di dare maggior resistenza all’osso. Ma va fatto con costanza e anche con attenzione soprattutto nel caso si soffra già di osteoporosi tenendo sempre conto della possibilità individuali. Fondamentale ad esempio camminare per almeno trenta minuti al giorno cinque giorni a settimana. Servono poi esercizi di rinforzo muscolare delle braccia e delle gambe. Qualche esempio? Funzionano bene le flessioni al muro e gli squat ma anche la marcia laterale o il restare semplicemente fermi su una gamba sola per una decina di secondi. Importante è che gli esercizi prevedano sempre movimenti lenti e controllati evitando quelli ad alto impatto e molto veloci come saltare, correre, sollevare le ginocchia saltellando che possono aumentare la compressione della colonna e danneggiarla. Per lo stesso motivo no agli esercizi che prevedono la flessione del busto in avanti e le rotazioni sul bacino come toccare le punte dei piedi.
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