26/01/2018

Cause delle allergie

I motivi alla base delle allergie, chi colpiscono e come prevenirle.. Dagli studi emerge che sono più a rischio i bambini

Ancora oggi non si sa esattamente perché il sistema immunitario di alcune persone “impazzisca” e si attivi contro sostanze generalmente innocue.

Tuttavia, è ormai certo che ci sia una predisposizione genetica di base, che si trasforma in malattia vera e propria in presenza di determinati fattori ambientali.

Ecco perché l’allergia è considerata una patologia multifattoriale, scatenata cioè da cause diverse, di cui solo alcune sono note.

La predisposizione genetica

Perché il sistema immunitario attacchi una sostanza tollerata dalla maggior parte delle persone, dando avvio alla reazione allergica, è necessaria una predisposizione genetica di base. In altre parole, solo le persone che hanno ereditato dai genitori la tendenza a sviluppare allergie possono effettivamente ammalarsi.

Questo non significa che se mamma e/o papà soffrono di questa malattia necessariamente ne soffriranno anche i figli. Un soggetto nato da due genitori con la stessa allergia ha sette probabilità su dieci di essere a sua volta allergico, mentre per chi ha i genitori colpiti da allergie differenti le probabilità sono cinque su dieci, probabilità che si riducono a tre se solo un genitore è allergico.

Può anche capitare che i genitori non abbiano alcuna allergia e il figlio sì. Come è possibile? In questi casi, è probabile che mamma e papà siano allergici a un allergene molto insolito, con cui non sono mai entrati in contatto e che, dunque, non ha mai dato problemi, mentre il figlio sia allergico a una sostanza comune. Infatti, si eredita solamente la predisposizione ad ammalarsi, non l’allergia a un determinato fattore.

In ogni caso, la predisposizione costituzionale si trasforma in malattia vera e propria solo se nel corso della vita interagisce con fattori ambientali scatenanti (come, per esempio, pollini, acari, muffe eccetera).

L’inquinamento atmosferico

L’inquinamento dell’aria è considerato uno dei fattori principali nello sviluppo delle allergie. In effetti, lo smog irrita le vie aeree, rendendole maggiormente vulnerabili alle malattie e all’ingresso degli allergeni. In queste condizioni, è più probabile che si inneschino manifestazioni allergiche di tipo respiratorio.

In particolare, l’aria “poco pulita” contribuisce alla diffusione delle allergie respiratorie da pollini. Infatti, gli inquinanti aderiscono facilmente alla superficie dei pollini che si disperdono nell’aria in primavera, determinando un cambiamento della loro struttura, aumentando la loro capacità di scatenare allergie e inducendo un’infiammazione delle vie aeree che aumenta la permeabilità delle mucose. Questo spiega, almeno in parte, perché le allergie respiratorie sono più frequenti nei Paesi industrializzati e nei grossi centri urbani.

Non solo. L’effetto serra incrementa la liberazione dei pollini allergizzanti e allunga la stagione di pollinazione.

L’ambiente domestico

Anche la qualità dell’aria e degli ambienti domestici è importante. Per esempio, un tasso di umidità superiore al 50-55% e una temperatura eccessiva creano un clima propizio per lo sviluppo degli acari della polvere e delle muffe, aumentando le possibilità di una reazione allergica. Inoltre, irritano le vie aeree, indebolendole.

Altrettanto dannosa è la mancata aerazione delle stanze, che impedisce di “purificare” l’edificio in cui si trascorre molto tempo e di disperdere le sostanze tossiche rilasciate dai prodotti utilizzati per le pulizie o dal mobilio (come la formaldeide, presente in alcuni tipi di trucciolato).

Infine, non pulire adeguatamente umidificatori e condizionatori può comportare un rilascio nell’ambiente di agenti biologici negativi, come funghi, muffe, batteri o virus.

Il fumo

Gli studi hanno dimostrato che i bambini nati da mamme che hanno fumato qualche sigaretta durante la gravidanza e quelli esposti al fumo passivo dopo la nascita hanno maggiori probabilità di sviluppare problemi respiratori, anche di tipo allergico, rispetto a quelli che non entrano mai in contatto con il fumo.

Inoltre, nel corso di recenti ricerche nei figli di fumatori sono stati riscontrati livelli elevati di IgE totali e sensibilizzazioni allergiche verso vari allergeni, inclusi quelli di tipo alimentare.

Non solo. Si è visto che se in casa c’è almeno un fumatore, il 35% dei figli è sensibilizzato nei confronti dell’acaro della polvere e il 9% ha chiari sintomi asmatici. Se invece tra le mura domestiche non ci sono fumatori, risulta sensibilizzato agli acari solo un bambino su quattro e il 4% dei bambini soffre di asma.

Il pericolo, comunque, non riguarda solo i bambini. Anche da adulti, il fumo di sigaretta irrita le vie aeree e le rende più vulnerabili. Tutto il fumo è nocivo, ma in modo particolare lo è quello attivo. Lo dimostra il fatto che la produzione di IgE è molto più alta nei fumatori, accrescendo le probabilità di sensibilizzazione.

L’alimentazione

Anche l’alimentazione gioca un ruolo importante da questo punto di vista. Secondo gli esperti, l’abitudine sempre più diffusa di mangiare cibo troppo raffinato e privo di scorie che ripuliscono l’organismo (come lo zucchero bianco e la farina 00, invece di quelli integrali) potrebbe aver reso più sensibile il sistema immunitario, aumentando le probabilità di malattia nei soggetti già predisposti geneticamente.

Non solo. Anche la disponibilità di alimenti un tempo sconosciuti, come i frutti esotici o le spezie orientali, potrebbe in qualche modo influire sulla nascita delle allergie: più è ampio il ventaglio di allergeni con cui si può venire in contatto e più aumentano le probabilità di incontrare proprio quello per cui si è geneticamente predisposti ad avere un’allergia.

Infine, è da considerare l’uso sempre più comune di cibi che contengono o favoriscono la liberazione di istamina, una delle sostanze implicate nelle reazioni allergiche, come gli alimenti conservati, i cibi in scatola, gli insaccati, i formaggi fermentati.

La diffusione di sostanze chimiche

Alimenti, farmaci, prodotti per la pulizia, cosmetici: moltissimi prodotti di uso comune contengono svariate sostanze chimiche di origine naturale o artificiale.

La maggior parte delle persone, dunque, è esposta continuamente al contatto con elementi di ogni tipo. Di conseguenza, è più facile incappare nell’allergene verso cui si è allergici.

Lo stress

Un altro possibile fattore che predispone alle allergie è lo stress. Il sistema immunitario, infatti, risente dell’azione prolungata del cortisolo, ormone che viene prodotto in quantità maggiori proprio quando si è sotto stress.

In queste situazioni, dunque, l’apparato di difesa può non funzionare correttamente e aumentare il rischio di malattie, incluse le allergie.

Inoltre, occorre considerare che lo stress causa alcune reazioni organiche ben precise, come vasodilatazione, che porta a rossore cutaneo, e contrazione della muscolatura liscia, che può scatenare il mal di pancia.

Questi sono anche alcuni dei meccanismi che si innescano in caso di allergie. Ecco perché lo stress, avviando processi simili a quelli delle allergie, ne facilita la comparsa al contatto con gli allergeni o ne accentua i sintomi.

Infine, bisogna ricordare che il tipo di atteggiamento può influire sul sistema immunitario: se la persona è sempre ansiosa, diffidente, poco propensa ai contatti con gli altri, anche le sue difese possono diventare caute e “sospettose”, finendo con l’attaccare sostanze innocue.

La flora batterica intestinale alterata

La flora batterica dell’intestino è un piccolo mondo di batteri “buoni” e “cattivi” in equilibrio tra loro, che contribuisce a mantenere in salute e a far funzionare correttamente non solo quest’organo, ma l’intero organismo.

Quando l’equilibrio viene meno, per esempio per una cattiva alimentazione o l’uso prolungato di antibiotici, i germi “cattivi” diventano aggressivi e possono quindi causare dei disturbi a carico di tutto l’organismo, incluse le reazioni allergiche. Secondo alcune ricerche, se la flora batterica intestinale è alterata, la persona è più vulnerabile alle allergie per due ragioni:

– i ceppi batterici benefici limitano la produzione di IgE. Se, dunque, essi sono sopraffatti da quelli nocivi, questo effetto viene meno;

– l’80% delle difese immunitarie ha sede nell’intestino e funziona bene se c’è equilibrio fra i batteri. Se non c’è equilibrio, il sistema immunitario si altera.

L’eccesso di igiene e benessere
Gli esperti considerano l’allergia come un’epidemia del benessere. Infatti, la sua diffusione è anche il risultato di conquiste importanti, come maggiore igiene, uso di antibiotici, assenza di tossine negli ambienti in cui cresce un bambino, migliore conservazione degli alimenti. E questo grazie alla maggiore attenzione all’igiene e alla pulizia ha ridotto la comparsa delle infezioni. Di conseguenza, il sistema immunitario, in assenza dei suoi nemici naturali (germi, batteri, virus), nelle persone predisposte geneticamente, si attiva contro sostanze innocue.

La conferma arriva anche da una ricerca recente, che ha svelato che i bambini cresciuti in fattoria hanno una probabilità di sviluppare allergie molto inferiore rispetto ai bimbi di città. Il motivo è il contatto con un gran numero di microrganismi durante l’infanzia. Il sistema immunitario, impegnato a combattere contro i germi dell’ambiente, non ha “tempo” di attivarsi contro sostanze innocue, come invece accade nell’allergico.

Da questo punto di vista, le allergie possono essere considerate il prezzo da pagare per il miglioramento della qualità della vita degli ultimi decenni.

Più a rischio i bambini

Negli ultimi anni si è assistito a un netto aumento delle allergie nei bambini. Le forme più diffuse nell’infanzia sono la rinite (18-20%), l’asma (10%), le dermatiti atopiche (10%) e le allergie alimentari (6-8%).

I bambini più piccoli, sotto l’anno di età, sono più soggetti alle allergie dovute agli alimenti, quelli appena più grandi sono sensibili agli acari e, infine, i bimbi in età scolare sono spesso insofferenti ai pollini.

In effetti, i bambini rappresentano la categoria più a rischio di allergie. Il loro sistema immunitario, infatti, non è ancora ben formato e potrebbe reagire in modo esagerato alle sostanze che, dall’esterno, penetrano nell’organismo.

Alcuni bambini, poi, sono più esposti di altri al problema. Gli studi hanno rivelato che a essere maggiormente soggetti alle allergie sono i bimbi che:

– nascono da mamme che durante la gravidanza hanno fumato;

– sono esposti al fumo passivo nei primi anni di vita;

non sono allattati al seno o lo sono per poco. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, infatti, il latte materno è ricco di anticorpi che rafforzano il sistema immunitario;

– nascono durante l’epoca della fioritura delle piante e sono esposti precocemente all’azione dei pollini: il loro organismo immaturo potrebbe restare sensibilizzato;

– non ricevono cure adeguate e tempestive ai primi episodi di asma e alle prime bronchiti.