26/01/2018

Spiegazione delle allergie

Cosa sono le allergie, le varie tipologie, i sintomi e le possibili cure per questo fastidio che colpisce persone di tutte le età

Molte persone sanno che l’allergia è una malattia caratterizzata da difficoltà respiratorie o problemi cutanei, ma quasi nessuno conosce l’esatta definizione del termine. Del resto, di allergie si parla spesso, ma raramente si entra nel dettaglio. Invece, conoscere i meccanismi che scatenano la risposta allergica è il primo passo per affrontare nel modo corretto il problema.

Alla base di tutto c’è un funzionamento scorretto del sistema immunitario, cioè l’insieme delle difese dell’organismo, che attacca sostanze normalmente innocue, innescando una reazione a catena, che culmina con la comparsa dei sintomi caratteristici.

Colpa del sistema immunitario
Allergia è una parola di derivazione greca che significa “reagire in modo diverso”. In effetti, l’allergia consiste in una risposta anomala ed esagerata del sistema immunitario al contatto con sostanze estranee normalmente innocue.

Il sistema immunitario ha il compito di proteggere l’organismo dall’attacco di elementi effettivamente nocivi, come virus, batteri e tossine, chiamati con linguaggio tecnico antigeni.

Nelle persone predisposte alle allergie, per ragioni non ancora completamente certe, l’apparato di difesa non reagisce contro nemici oggettivi, bensì contro sostanze che nei soggetti non allergici sono ben tollerate e non danno origine ad alcun problema, dette in termini medici allergeni.

Se dunque gli antigeni sono sostanze potenzialmente pericolose, gli allergeni sono sostanze innocue che solo nelle persone predisposte scatenano una reazione di difesa.

Gli allergeni possono essere inalati con il respiro, come avviene per i pollini, i peli di animali e gli acari della polvere, o ingeriti, come accade con gli alimenti e i farmaci; ma possono anche penetrare attraverso punture, come il veleno di insetti, oppure scatenare fastidi semplicemente entrando in contatto con la pelle e le mucose, come succede per metalli e cosmetici.

Un processo in due fasi

La reazione allergica è mediata dalle immunoglobuline di classe E (IgE). Si tratta di anticorpi (cioè una sorta di “proiettili” difensivi) prodotti dalle cellule del sangue per proteggere l’organismo dall’attacco di agenti nocivi.

Nell’individuo allergico, questi anticorpi vengono prodotti quando egli entra in contatto con l’allergene o gli allergeni verso cui è sensibilizzato e avviano delle risposte esagerate, provocando i disturbi tipici delle allergie.

Il processo allergico si sviluppa in due fasi distinte: la sensibilizzazione, che si svolge in maniera silente dopo il primo contatto con l’allergene, senza provocare alcun sintomo, e la risposta allergica vera e propria, che compare in occasione di un successivo contato con l’allergene, dando luogo alle manifestazioni tipiche dell’allergia.

La sensibilizzazione

Quando l’allergene penetra per la prima volta nell’organismo di una persona predisposta, viene individuato dai macrofagi. Si tratta di un particolare tipo di globuli bianchi presenti in grande quantità a livello della pelle e delle mucose, che fanno parte della prima linea di difesa immunitaria.

I macrofagi avvertono della presenza degli allergeni un altro tipo di globuli bianchi, i linfociti B. Questi, a loro volta, si trasformano in plasmociti, ossia in cellule del sangue in grado di produrre IgE specifiche, cioè gli anticorpi per quell’allergene.

Nel giro di brevissimo tempo, le IgE entrano in circolo e aderiscono alla membrana dei mastociti, cellule di difesa che si trovano nella pelle, nei polmoni e nel naso. I mastociti avranno il compito di individuare l’allergene quando entrerà in contatto per la seconda volta con l’organismo.

Il sistema immunitario, infatti, ha la capacità di memorizzare il primo incontro con la sostanza estranea: una sottocategoria di cellule di difesa, i linfociti T “memoria”, registrano l’informazione e la conservano per molti anni.

La reazione vera e propria

Quando la persona sensibilizzata entra nuovamente in contatto con la sostanza incriminata, le IgE presenti sulla membrana dei mastociti la riconoscono e la captano.

Questa reazione provoca la liberazione dei granuli di cui sono composti i mastociti e delle sostanze chimiche attive racchiuse al loro interno, fra cui istamina e leucotrieni: due elementi vasoattivi, cioè che determinano una dilatazione dei vasi sanguigni, e spasmogeni, ossia in grado di scatenare un’ostruzione dei bronchi.

Come conseguenza possono comparire infiammazione dei tessuti, orticaria acuta (prurito e rossore in una zona della pelle), raffreddore, asma e, anche se raramente, shock anafilattico (difficoltà respiratoria, calo della pressione, perdita di coscienza).

Le forme più comuni

In Italia, le allergie più frequenti sono quelle:

– respiratorie, dovute principalmente ai pollini (in particolare di parietarie, graminacee, ambrosia, cipresso), agli acari e alle muffe, che affliggono il 15% dei cittadini;

– alimentari, diffuse soprattutto in età pediatrica: colpiscono fino all’8% dei bambini;

– ai farmaci, che riguardano il 3-5% della popolazione;

– ai veleni degli insetti (api, vespe e calabroni), che interessano fino al 3% degli italiani;

– da contatto, presenti nell’1-2% delle persone.

L’esordio anche in età adulta
L’allergia può manifestarsi a qualunque età, anche negli anziani, benché nella maggior parte dei casi esordisca durante l’infanzia o l’adolescenza.

Si ipotizza che l’esordio tardivo possa essere dovuto a diverse ragioni:

– stimoli ormonali e caratteristiche anatomiche. Per esempio, l’incremento del calibro dei bronchi che si verifica in età adolescenziale può rendere evidente un’asma allergica prima latente. Lo stesso può succedere con le modificazioni ormonali che si manifestano in menopausa;

– il contatto con allergeni ai quali non si era mai stati esposti prima;

– precedenti episodi di allergia lievi, non riconosciuti, trascurati o, in ogni caso, non trattati a dovere;

– la particolare vulnerabilità del sistema immunitario in quel determinato periodo, per esempio a causa di malattie particolarmente debilitanti;

– l’aumentato carico allergenico, per cui una persona predisposta geneticamente manifesta l’allergia vera e propria non al secondo contatto con l’allergene, ma soltanto dopo ripetuti contatti con quantità via via maggiori.

Una malattia che non guarisce

Se da un lato è vero che le allergie possono esordire in età adulta, dall’altro è altrettanto vero che talvolta queste malattie possono regredire con il passare degli anni, anche se non possono mai guarire definitivamente.

Le allergie infantili al latte e all’albume, per esempio, tendono a migliorare con l’età, mentre quelle alle nocciole, ai molluschi e al pesce tendono a restare evidenti anche negli anni successivi.

Anche l’asma infantile tende frequentemente a regredire con la pubertà.

Tuttavia, è bene sapere che pure quando i sintomi diminuiscono o addirittura scompaiono, nella persona allergica rimane comunque un substrato costituzionale di iperreattività, che predispone alla comparsa di nuove crisi. Ciò significa che i disturbi possono ricomparire, soprattutto se il soggetto entra in contatto con concentrazioni elevate di allergeni.

Diversa dalle intolleranze

Le allergie non vanno confuse con altre reazioni a sostanze innocue, come le intolleranze, l’asma non allergica, le orticarie e le dermatiti non allergiche. In questi casi, infatti, non viene coinvolto il sistema immunitario e, di conseguenza, non si verifica una produzione di anticorpi.

La sostanza responsabile della reazione avversa può agire direttamente sulle cellule, favorendo il rilascio di istamina e leucotrieni. Ecco perché compaiono sintomi simili a quelli delle allergie, pur trattandosi di un problema diverso.

In altri casi, la sostanza non riesce a essere digerita, scomposta, assimilata per cui può generare malesseri perlopiù gastrointestinali.

In altri casi, ancora, l’agente risulta irritante per la pelle o le mucose con cui viene in contatto e provoca danni locali per un meccanismo diretto.