15/01/2018

Le allergie agli insetti

Sintomi e cure dopo aver subito una puntura di un insetto. Le possibilità aumentano sensibilmente d'estate con il caldo e l'esposizione all'aria aperta

Anche il veleno degli imenotteri, una specie di insetti molto diffusi in Italia, può causare allergie. Contiene, infatti, alcuni allergeni in grado di scatenare, a pochi minuti dalla puntura, diversi sintomi nelle persone predisposte. Vediamo come si può intervenire.

Una reazione alla puntura di imenotteri

Queste allergie insorgono nei soggetti predisposti in seguito alla puntura di imenotteri (i più noti sono api, vespe o calabroni). Il veleno di questi insetti, infatti, oltre alle sostanze tossiche, contiene sostanze ad attività allergenica.

Le sostanze tossiche hanno un effetto vasodilatatore e sono responsabili delle reazioni cutanee che compaiono in qualsiasi persona dopo la puntura, come i pomfi, ossia macchie in rilievo, rosse e pruriginose o dolorose.

Le sostanze ad attività allergenica, invece, causano sintomi solo negli individui predisposti all’allergia. Innanzitutto, danno una reazione locale più estesa, con pomfi che possono raggiungere anche gli otto centimetri.

Inoltre, possono scatenare anche reazioni di varia intensità e che interessano tutto l’organismo, come orticaria generalizzata e angioedema, cioè gonfiore, prevalentemente al viso.

Quando il gonfiore raggiunge la parte bassa della gola può ostacolare il passaggio dell’aria. Di conseguenza, possono subentrare difficoltà respiratoria, voce roca, tosse con timbro “abbaiante” (in termini medici questa situazione è definita edema della glottide).

Nei casi più seri si può andare incontro allo shock anafilattico.

Se l’inoculazione del veleno non causa sintomi troppi intensi e severi, per limitare i disagi si possono attuare piccole manovre di pronto soccorso.

Se, invece, la reazione è estesa, è meglio rivolgersi al medico oppure andare in ospedale.

L’ape

È un insetto tozzo di colore bruno rossastro, con striature nere e giallognole. Le sue zampe sono ricoperte da ciuffi di peli, che le permettono di raccogliere il polline dai fiori.

Le api sono dotate di un pungiglione seghettato, collegato a una ghiandola che contiene veleno: quando pungono, lasciano il pungiglione all’interno della vittima e con esso anche gli ultimi segmenti dell’addome e parte dei visceri. Così mutilati, solitamente muoiono. Attorno al pungiglione c’è anche una vescichetta contenente il veleno.

Che cosa fare

La prima cosa da fare è togliere il pungiglione, facendo attenzione a non rompere la vescichetta, per non far fuoriuscire altro veleno.

Meglio evitare l’uso della pinzetta perché può provocare la rottura della vescica. L’ideale è servirsi di una lama smussata che faccia saltare il pungiglione.

In alternativa, si può procedere con le mani: dopo averle lavate, usare due dita, come quando si schiaccia un foruncolo, premendo leggermente intorno alla vescichetta e non al pungiglione.

Una volta tolto il pungiglione, fare degli impacchi di acqua fredda e applicare creme a base di cortisone.

La vespa

Molti le confondono con le api. Le vespe, in realtà, hanno il corpo liscio, non ricoperto di peli e sono piuttosto snelle e agili. Il corpo è “tappezzato” da fasce gialle e nere. L’addome è ben distinto dal torace grazie a un peduncolo sottile (non a caso di una donna con la vita sottile si dice che ha una “vita di vespa”).

Le femmine sono provviste di un aculeo che comunica con una ghiandola che produce veleno. Attaccano solo quando si sentono in pericolo, iniettando il veleno.

Il pungiglione è lungo, liscio e dritto, in grado di colpire più volte di seguito senza rimanere incastrato nella vittima. Può anche succedere che questi insetti attacchino in sciame.

Che cosa fare

In seguito alla puntura è sufficiente pulire bene la zona con acqua e sapone e disinfettare.

Per combattere il dolore è utile eseguire impacchi di acqua fredda e applicare una crema antistaminica o cortisonica.

Se il gonfiore tende a estendersi ad altre zone, è necessario rivolgersi al Pronto soccorso.

Il calabrone

È un insetto di grosse dimensioni, la specie più grande delle vespe aculeate (le operaie sono lunghe tra 20 e 25 millimetri, la regina 35 millimetri). Ha disegni nero-giallo-rossi sul corpo, simili a quelli delle vespe comuni. Forma nidi in tronchi cavi d’alberi o in nidi di uccelli.

È anch’essa dotata di un pungiglione, attraverso cui perfora le vittime (può farlo più volte perché, come le vespe comuni, non perde il pungiglione), e produce veleno.

Che cosa fare

È necessario disinfettare la cute e fare scorrere acqua fredda sopra e attorno alla puntura per alleviare il dolore e ostacolare i fenomeni infiammatori oppure applicare del ghiaccio.

Per calmare il prurito è utile ricorrere a una pomata antistaminica o cortisonica.

Più aggressivi in estate

Gli insetti diventano in genere più aggressivi durante l’estate perché si tratta della stagione della massima riproduzione. Inoltre, il caldo li spinge a “uscire” più spesso.

I luoghi più a rischio sono pozze d’acqua, ruscelli e fiumi: acqua, caldo e umidità, infatti, sono condizioni ideali per il loro sviluppo. Gli insetti in genere, ma in modo particolare le vespe, amano inoltre ronzare attorno ai cibi.

Solitamente colpiscono maggiormente le zone del corpo più esposte e scoperte, come braccia, gambe e mani.

Il decalogo della prevenzione

Specialmente in estate, è bene cercare di adottare comportamenti che diminuiscano il rischio di essere punti da un’ape, una vespa o un calabrone. Ecco quali.

Non camminare mai a piedi scalzi o con i sandali: se si schiaccia un’ape o una vespa, l’animale reagisce pungendo.

Evitare di usare profumi o creme solari profumate e di vestirsi con colori accesi o blu o neri che attraggono gli insetti (vanno bene i colori bianco e kaki).

Stare alla larga da fiori, frutti maturi, alberi, cespugli, raccoglitori per immondizie e cataste di legna che possono attrarre gli insetti.

Evitare di mangiare o bere all’aperto, in particolare non lasciare bibite in lattina aperte, che attirano gli insetti.

Tenere chiuse le finestre di casa, i finestrini dell’auto e i contenitori dei rifiuti.

Individuare l’eventuale presenza di nidi di vespe o calabroni in casa e in giardino e farli rimuovere al più presto.

Se si viene circondati da uno sciame allontanarsi molto lentamente e non tentare di scacciare gli insetti, in quanto i movimenti bruschi li eccitano, rendendoli più aggressivi.

Nelle situazioni che possono essere a rischio (zone tropicali, paludi, eccetera) indossare maniche e pantaloni lunghi.

Le sostanze repellenti (sempre controindicate per i più piccoli) da applicare sul corpo o sui vestiti sono efficaci contro tafani e zanzare, ma non sembrano funzionare verso calabroni, api e vespe).

Se possibile, munire porte e finestre di zanzariere.