18/12/2017

Float Piloga, per modellare il corpo con dolcezza

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 18/12/2017 Aggiornato il 18/12/2017

Una disciplina ibrida, ispirata al Pilates e allo yoga, arriva adesso anche in piscina. Si lavora su una board che oscilla sull’acqua, intensificando l’allenamento, ma l’approccio è soft e adatto a tutte

Aqua Sphere/Riccardo Liporace

Avete presente il Piloga, la disciplina ibrida che nasce da un mix di esercizi del Pilates e di asana dello yoga? Modella la figura, perché comporta un lavoro muscolare anche intenso, ma ha anche potenzialità riequilibranti per la postura ed effetti rilassanti e antistress. Oggi ne esiste anche una variante in piscina, il Float Piloga, in cui ogni allievo lavora sul Reax Raft, una pedana rettangolare galleggiante che bascula sui flutti della piscina e crea instabilità durante ogni fase del training.

Il Piloga sull’acqua, rispetto a quello a terra, pone ancor più l’accento sugli aspetti dell’equilibrio e della stabilizzazione del corpo, cioè comporta un lavoro del core profondo, continuo ed efficace

Tutti gli esercizi sono a corpo libero e richiedono un continuo controllo e un bilanciamento posturale attento, come insegnano entrambe le discipline da cui il Piloga prende spunto. In più, la destabilizzazione creata dalla pedana, che oscilla sull’acqua, intensifica il training. Ma non temete. Le lezioni hanno un approccio dolce e vengono sempre adattate al livello della classe, quindi si parte dall’abc e da esercizi alla portata anche delle più sedentarie. Valerio Turriziani, personal trainer presso la piscina Colonna di Milano, spiega che il Float Piloga, per la sua connotazione soft, può essere addirittura considerato un workout propedeutico a tutti i corsi acquatici tanto in voga, ispirati al SUP, che si svolgono su piattaforme instabili e che hanno un’impronta fitness molto marcata.
La lezione tipo prevede tre fasi.

  1. rilassamento e postura. Supine sulla board, con gli occhi chiusi, si esegue una fase di autoascolto e di esercizi di respirazione, per prendere coscienza dei movimenti del diaframma e della muscolatura addominale. Il lavoro procura anche un benefico relax. Poi si aggiungono movimenti di mobilizzazione articolare, per sbloccare il collo, le spalle, le anche e per assumere gradualmente una postura ben bilanciata
  2. la stabilizzazione del corpo. Pur rimanendo a terra (pardon, sulla board), i movimenti si fanno più ampi, fanno oscillare la pedana e comportano un’attivazione dell’addome assai benefica. Gli esercizi sono di impronta Pilates, come il bridging, il roll roll up, l’hundred o la plank.
  3. il tone-up. Si passa infine a sequenze più fitness, sempre però alla portata di tutte, come esercizi in quadrupedia (in cui occorre contrastare maggiormente l’instabilità del corpo) e movimenti combinati. Compaiono anche le tenute di impronta yoga, con classici asana come il “cane a testa in giù” (V rovesciata).