26/10/2017

Calcoli biliari

Digestione difficile, senso di pesantezza all’addome, eruttazioni e nausea possono dipendere anche da problemi a carico della cistifellea (o colecisti), l’organo deputato a raccogliere la bile.

Le problematiche più comuni sono i calcoli e la colecistite.

L’organo che raccoglie la bile

La cistifellea è un organo allungato che raccoglie la bile prodotta dal fegato per immetterla nel primo tratto di intestino, il duodeno, durante la digestione.

La bile, che ha un pH basico, serve per neutralizzare l’acidità del cibo lavorato dallo stomaco e soprattutto per consentire l’assorbimento dei grassi e delle vitamine liposolubili, cioè solubili nel grassi (A, D, E, K).

In condizioni normali la bile è composta da sali e acidi biliari, fosfolipidi, colesterolo e bilirubina, in equilibrio fra loro. Quando questo equilibrio viene meno, una o più di queste sostanze precipitano e si aggregano tra loro, originando formazioni cristalline, i calcoli, che aumentando gradualmente di dimensioni.

I calcoli biliari

I calcoli sono formazioni di varia grandezza e consistenza, che si formano all’interno della cistifellea a causa di un’alterazione della composizione della bile, che dà luogo a cristallizzazioni.

Nella maggior parte dei casi i calcoli biliari sono costituiti da colesterolo, da solo o in associazione con altri componenti chimici della bile.

In una minoranza di casi, sono formati prevalentemente da bilirubina, una sostanza che deriva dalla distruzione dei globuli rossi.

Le cause

I calcoli biliari possono formarsi per tante cause diverse. Le più comuni sono: obesità, dieta eccessivamente ricca di lipidi e di colesterolo, dieta rigidamente ipocalorica, gravidanza, uso di contraccettivi orali, infezioni delle vie biliari.

Sono fattori di rischio anche il sesso femminile e altri casi in famiglia di calcoli biliari.

Infine, bisogna ricordare le malattie in cui la distruzione dei globuli rossi è accelerata (come le anemie): infatti, in questi casi si assiste a un’eccessiva concentrazione di bilirubina nella bile, con conseguente formazione di calcoli.

I sintomi

Nella maggior parte dei casi, i calcoli alla cistifellea sono asintomatici. Solo in una minoranza di persone possono causare dolore e bruciore post prandiale nella parte alta dell’addome, eruttazioni frequenti, difficoltà digestive, nausea e più raramente vomito.

Se il calcolo ostruisce le vie biliari, la bile si riversa nel sangue dando la tipica colorazione gialla (ittero) alla pelle e alle sclere, cioè la parte bianca degli occhi. Le feci diventano pallide (ipocromiche), mentre le urine assumono un colore scuro simile al marsala.

Quando si muovono nelle vie biliari, infine, i calcoli possono dare origine alla cosiddetta “colica biliare”, un dolore crampiforme e intenso che compare sotto lo sterno e può irradiarsi verso il lato destro dell’addome e la schiena, associandosi spesso a nausea e vomito.

Le regole da seguire

Per evitare che i calcoli si ingrandiscano e per prevenire le coliche, è fondamentale innanzitutto fare attenzione all’alimentazione, seguendo alcune semplici, ma importanti regole. Ecco quali.

  1. Mangiare in modo equilibrato, soprattutto in presenza di sovrappeso o obesità, che possono causare o peggiorare il problema.
  2. Evitare le abbuffate, che possono complicare la situazione. Molto meglio mangiare poco e spesso, così da migliorare la motilità della colecisti.
  3. Bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, possibilmente a piccoli sorsi. In questo modo, si contrasta la deposizione di materiale che può ingrandire i calcoli o originarne di nuovi.
  4. Evitare il consumo di uova, carni e pesci grassi, frattaglie, latte intero, panna, formaggi grassi e fermentati, insaccati, fritture, stufati, olive, avocado, frutta secca, dolci farciti, gelati, creme, salse, alcolici, bevande gassate. In presenza di cibi grassi (per esempio la panna) o molto ricchi di colesterolo (come le uova), infatti, la colecisti si contrae per favorire il deflusso della bile, ma anche dei calcoli se presenti.
  5. Privilegiare il consumo di alimenti magri e sani come:
  • frutta e verdura di qualsiasi tipo;
  • cereali, come pane, fette biscottate, corn flakes per la prima colazione, biscotti secchi, pasta, riso, polenta, orzo, farro, possibilmente integrali;
  • latte e yogurt parzialmente scremati;
  • carne bianca e rossa, magra e privata del grasso visibile;
  • salumi, come prosciutto cotto, crudo, bresaola, purché sgrassati;
  • formaggi freschi o stagionati (una o due volte alla settimana).

Le cure

In alcuni casi, soprattutto se i calcoli sono formati da solo colesterolo, il medico prescrive cure farmacologiche in grado di sciogliere queste formazioni. I principi attivi più utilizzati sono: l’acido ursodesossicolico, i terpeni, l’acido chenodesossicolico.

Per tenere sotto controllo il dolore e gli spasmi, si può ricorrere anche a medicinali antispastici e/o antidolorifici.

Nelle situazioni più complesse può essere necessario procedere con l’asportazione chirurgica della cistifellea insieme al suo contenuto di calcoli. Da diversi anni l’intervento può essere praticato anche in laparoscopia.