Venezia 74: quando Jim Carrey voleva distruggere Hollywood
Jim Carrey, fuori concorso alla 74a Mostra del cinema di Venezia con il documentario Jim & Andy: the Great Beyond, ci mostra il suo lato più riflessivo e malinconico
Mai badare alle apparenze. Ce lo insegna Jim Carrey alla 74a Mostra del Cinema di Venezia, dove ha presentato (fuori concorso) un documentario diretto da Chris Smith intitolato Jim & Andy: the Great Beyond – the story of Jim Carrey & Andy Kaufman with a very special, contractually obligated mention of Tony Clifton.
L’accoglienza è stata calorosa, sia per la qualità del prodotto sia per il fatto che non capita tutti i giorni vedere Jim Carrey (ormai piuttosto schivo) in carne ed ossa.
Da un biopic di Milos Forman
Il film porta alla luce del prezioso materiale risalente a quasi vent’anni fa e rimasto finora in un cassetto, ingiustamente. Si tratta del backstage di Man on the Moon, gioiello cinematografico diretto da Milos Forman nel 1999 e con protagonista proprio Jim Carrey nei panni di Andy Kaufman, attore di grandissimo talento (scomparso nel 1984) ed esponente di quello che viene definito anti-humor. Un biopic che vantava un cast di tutto rispetto: comparivano infatti (tra gli altri) Danny DeVito, Courtney Love e Paul Giamatti. La colonna sonora era invece firmata dai R.E.M.
Parola di Jim
Il documentario rappresenta per Jim anche una bella occasione per raccontare parte di sé. Ad accompagnare i filmati di repertorio, infatti, è un’intervista all’attore.
«Man on the Moon è stato per me fondamentale, ha dato una svolta al mio percorso spirituale. E sono lieto di avere ripreso, dopo così tanti anni, questo materiale che inizialmente doveva uscire insieme al film, ma che poi è stato bloccato dalla casa di produzione perché temeva che io non ne uscissi bene» dice nel corso della conferenza. «Chris e il suo team hanno fatto un lavoro splendido: sono entrato in quella stanza, mi sono sentito al sicuro e ho lasciato che l’energia fluisse».
Contro Hollywood
Carrey ha approfondito anche che cos’è per lui il lavoro dell’attore. «Dopo un po’ che vesti le parti di un personaggio, finisci per diventarlo. Io stesso poi non esisto, c’è un personaggio che mi interpreta. Credo che non esistano degli io, ma delle energie a cui viene data una identità, una etichetta. Noi siamo un insieme di idee». Poi confessa: «Io non ho mai voluto far parte di Hollywood, volevo distruggerla». Il suo obiettivo è sempre stato distruggerne le maschere e ha capito che c’è un modo molto semplice, «L’onestà: è sovversiva. Tanto che appena uno si dimostra autentico si vede subito che gli altri non lo sono».
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