Seno da ridurre: tutto quello che c’è da sapere sull’intervento

Redazione Pubblicato il 21/11/2016 Aggiornato il 02/12/2016

Sono molte le donne che desiderano un seno prosperoso e tante che invece vogliono ridurlo. Ecco tutto quello che c'è da sapere sull’intervento

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Sono molte le donne che vorrebbero un décolleté prosperoso. Ma sono tante anche quelle che vivono un seno troppo ingombrante con ansia e con il desiderio di un intervento che aiuti a ridurlo. Le più famose? Paola Perego e Alessia Marcuzzi che fanno parte della nutrita schiera delle donne, più di cinque mila ogni anno, che si affidano al bisturi per ritrovare dimensioni più armoniche e insieme l’autostima che spesso manca quando il seno è troppo abbondante. Ecco quello che secondo l’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica è bene sapere prima di un’operazione di mastoplastica riduttiva.

  1. Prima si interviene meglio è. Un seno troppo generoso, oltre a creare ansie e disagio, porta a modificare il proprio comportamento con conseguenze spesso negative sulla postura. Meglio quindi tagliare sui tempi e intervenire il prima possibile in modo da contenere al massimo i disagi psicofisici. L’intervento per altro non serve solo a ridurre le dimensioni del seno ma a rimodellarlo visto che spesso l’eccesso di volume cause asimmetrie e deformazioni.
  2. La preparazione è come per qualsiasi altro intervento. Prima di una mastoplastica riduttiva occorrono analisi clinique di routine e nelle due settimane che precedono l’intervento è bene sospendere il fumo e non assumere aspirina e altri antinfiammatori non steroidei che aumentano il rischio di sanguinamento. Indispensabile anche uno screening ecografico o mammografico.
  3. L’intervento viene eseguito in anestesia generale con un ricovero in genere di un giorno. Vengono asportati cute e tessuti mammari in eccesso spostando l’areola più in alto e rimodellando i tessuti rimasti in una forma più piccola, alta e armonica. L’intervento non è doloroso e il recupero è in genere rapido anche perché si percepisce subito un benefico senso di “leggerezza”.
  4. Non è il caso di preoccuparsi per gli esiti dell’intervento. Anche asportando notevoli quantità di tessuto è possibile lasciare inalterata la ghiandola e questo consente l’allattamento. E le cicatrici? Inevitabilmente ci sono attorno all’areola, in verticale e spesso anche a livello del solco mammario. Con il tempo comunque si attenuano e diventano meno evidenti.