04/03/2025

Teatro: gli spettacoli per la festa della donna (e dintorni)

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 04/03/2025 Aggiornato il 05/03/2025

 Classici e contemporanei, sferzante ironia e dramma, un pizzico di femminismo, allegria, tanto approfondimento psicologico: vanno in scena proposte per tutti i gusti

IL CAPPOTTO DI JANIS

Per molte donne l’8 marzo è un pretesto per trascorrere una serata a teatro con le amiche e i cartelloni offrono una ricca scelta di spettacoli. Ma perché limitare le proprie uscite ludico-culturali a quella sola data? Le proposte interessanti sono tante e abbracciano tutto il mese. Ne abbiamo scelte alcune, dedicate a gusti, interessi e mood diversi.

Vi aspettano attori e attrici famosi, registi acclamati da critica e pubblico e una carrellata di tematiche sempre di attualità.

Per chi è schiacciata dalla quotidianità

Vi sentirete in sintonia con Amanda (interpretata da Mariangela d’Abbraccio), protagonista di “Lo zoo di vetro” di Tennessee Williams, al Carcano di Milano dal 5 al 9 marzo con regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi. La vicenda della famiglia Wingfield, nell’America degli anni Trenta, mescola sogni, paure, sentimenti traditi, rimorsi, illusioni e, come una trappola (il simbolico zoo di vetro), rinchiude i vari personaggi.

Bisogna sperare invece di non dare vivacità al proprio tran-tran incontrando “Il giocattolaio”, il feroce maniaco che dà il titolo al thriller diretto da Enrico Zaccheo con Francesca Chillemi e Francesco Iaia, riedizione teatrale italiana del Toyer di Gardner McKay che fu un duraturo successo di Broadway. È al Manzoni di Milano (8-9 marzo) e racconta di un uomo che prende di mira le donne, le seduce e le lobotomizza con molta destrezza, rendendole bambole viventi: immobilizzate su una sedia a rotelle e disponibili ad ogni suo desiderio. In un crescendo di suspence, si riflette su un tema di attualità come la violenza di genere, sulla manipolazione e su tutte le forme di violenza psicologica e fisica nei confronti delle categorie sociali più deboli. C’è però una via di fuga conclusiva…

Per entrare dietro le quinte del teatro

Se siete spesso in platea apprezzerete questa satira sul mondo del teatro, una riflessione sul successo e sul fallimento: “Ciarlatani”, scritto e diretto da Pablo Rémon, con Silvio Orlando e un folto cast. È uno spettacolo con pennellate cinematografiche e romanzesche, che intreccia storie diverse in cui spiccano temi come il successo, la frustrazione, il plagio e l’ambizione. È al Goldoni di Venezia (7-9 marzo).

Per scoprire che non esistono relazioni impossibili

La regista Emanuela Giordano, che porta lo spettacolo al Mercadante di Napoli dal 5 al 9 marzo, racconta così “Una verde vena di follia”, ispirato alle lettere che la moglie di Luigi Pirandello, Maria Antonietta Portulano, scrisse al figlio Stefano. «Ci troviamo nell’Italia del secolo scorso, dove le donne “eccentriche” o di “eccessivo ed anarchico temperamento” venivano rinchiuse in “Case di custodia e cura”. La protagonista provoca, tiranneggia e cerca conforto nell’unico essere umano che ha la sventura di starle accanto: un’infermiera/custode che farebbe volentieri a meno di ascoltare le confessioni e gli sfoghi della donna. Nonostante la forzosa convivenza, gli scherzi atroci, gli spaventi continui, le vessazioni reciproche, le due donne instaurarono una relazione di mutua comprensione».

Rocìo Munos Morales e Pietro Longhi sono i protagonisti della commedia “Il cappotto di Janis” del francese Alain Teulié, con la regia di Enrico Maria Lamanna, al Manzoni di Roma fino al 9 marzo. «Da anni cercavo uno spettacolo teatrale che potesse davvero toccarmi nel profondo e quando ho letto il copione ho subito capito che era quello che stavo cercando. La sua bellezza nasce dalla diversità di due persone che si trovano a vivere una situazione simile, ma che affrontano la vita in maniera totalmente differente. In realtà scopriremo che sono molto più legate e vicine di quanto esse stesse possano immaginare» racconta Rocìo Munos Morales.

Per chi cerca leggerezza

Dal 12 marzo al 6 aprile, al Sistina di Roma, Vincenzo Salemme interpreta e dirige la sua ultima commedia, “Ogni promessa è debito”: una storia che nasce da un voto a Sant’Anna, protettrice di Bacoli, che fa il miracolo e catapulta il miracolato in una situazione surreale, perché non sarà mai in grado di mantenere la sua promessa. «Ma si sa che ogni promessa è debito e che quando l’impegno è stato preso con una Santa di tale caratura allora, se il patto non viene rispettato, le conseguenze possono rivelarsi anche peggiori dello scampato pericolo» anticipa Salemme.

Ritmi contagiosi e un po’ di nostalgia per gli anni Ottanta si fondono all’Ecoteatro di Milano: qui il 21 e 22 marzo, nel 40° anniversario dalla prima trasmissione italiana del cartone animato, arriva “Kiss me Licia il musical” dell’autore, regista e produttore Thomas Centaro. Sulle note dei successi internazionali dell’epoca di Spandau Ballet, Europe, Bon Jovi, Queen, A-Ha, Cyndi Lauper, Samantha Fox, Billy Joel, Blondie, Culture Club, Nikka Costa, Spagna, Bonnie Tyler e di molti altri ritroverete le avventure di Licia (Silvia Romeo), Mirko (Thomas Centaro), Satomi (Alessandro Fortarezza), Andrea (Annalisa Longo) e gli altri protagonisti della serie: «Kiss Me Licia è un musical innovativo che celebra l’amore e la musica» riassume il regista, che ha scritto l’adattamento ed eseguito ricerche approfondite e studio su materiale d’epoca, tra immagini, riviste cartacee originali e videoclip, con l’obiettivo di ricreare una gamma di ambienti, texture e palette di colori che restituissero l’esatta collocazione storica della vicenda.

Per capire meglio la società multietnica

A Torino il Teatro Carignano (18-23 marzo) ospita la prima versione italiana di una pièce già applaudita in tutta Europa: “Come gli uccelli” di Wajdi Mouawad, con la regia di Marco Lorenzi. La storia d’amore tra i giovani Eitan e Wahida ci guida alla scoperta delle moderne contraddizioni esistenziali, in bilico tra il presente e l’ostinato potere che il passato e la storia esercitano sulle emozioni: ne risulta un affresco efficace, un crocevia di vite, memorie, lingue e culture straniere.

Per chi ama la storia (e le sue eroine)

“Sissi l’imperatrice”, in cartellone al Parenti di Milano (4-16 marzo) e poi al Rossetti di Trieste (25-30 marzo) presenta i tormenti e l’inquietudine di Sissi, animo libero e anticonformista eternamente “chiuso in gabbia”. Una donna dalla sensibilità ferita che, disgustata dalle guerre, frustrata dalla rigidità della corte viennese e in lutto per le morti dei figli, si dedica maniacalmente alla cura del corpo. Emergono nella pièce aspetti del suo carattere e del suo pensiero, spaziando dalla filosofia al sesso, dalla politica all’arte. Federica Luna Vincenti la interpreta, diretta da Roberto Cavosi.

Per chi non si perde mai i grandi classici

Un trittico di Anton Cechov, con il titolo emblematico “Crisi di nervi”, arriva al Teatro Ivo Chiesa di Genova (21-23 marzo) per la regia di Peter Stein. Raccoglie tre atti unici, L’orso, I danni del tabacco e La domanda di matrimonio. Sono opere scritte tra il 1884 e il 1891, che lo stesso autore definiva “scherzi scenici”: tre brevi e folgoranti istantanee, tre intensi ritratti umani. “Sono pieni di sarcasmo, di comicità paradossale, di stravagante assurdità e folle crudeltà, e a loro volta sono diventati il terreno fertile per l’esperienza e la preparazione delle grandi opere della maturità dell’autore” racconta il regista. Sul palco un cast di attori di prestigio, come Maddalena Crippa, Alessandro Sampaoli, Sergio Basile,Gianluigi Fogacci, Alessandro Averone ed Emilia Scatigno.

Per chi combatte i luoghi comuni

Ancora al Carcano, dal 13 al 16 marzo, Veronica Pivetti dà voce a bizzarre teorie della scienza e della medicina del secolo scorso, da Paul Julius Moebius a Cesare Lombroso: “L’inferiorità mentale della donna” mette insieme testi che in pochi conoscono e che sono fra i più discriminanti, paradossali e, loro malgrado, esilaranti partoriti sulla natura femminile dalla cultura maschilista di ieri. Fisiologicamente deficienti, dotate di crani piccoli e di cervelli dal peso insufficiente, mentitrici e assassine, le donne tratteggiate dagli autori che l’attrice porta sulla scena con la sua ironia sembrano a tutti gli effetti “inferiori” agli uomini. Sono idee diffuse anche oggi? A questo spettacolo fa da complemento sullo stesso palco, dal 27 al 30 marzo, “Stai zitta” di Michela Murgia, nella versione scenica di e con Antonella Questa, Valentina Melis e Lisa Galantini, per la regia di Marta della Via: ovvero tutte le frasi che non vorremmo più sentirci dire, gli stereotipi di genere e le espressioni di un linguaggio sessista tanto diffuso.