20/01/2025

A Complete Unknown: Timothée Chalamet è Bob Dylan

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 20/01/2025 Aggiornato il 20/01/2025

È stato presentato a Roma A Complete Unknown, film che racconta la vera storia dietro l'ascesa di Bob Dylan, interpretato da Timothée Chalamet

Timothée Chalamet - Bob Dylan

Il songwriting americano trova in Bob Dylan uno dei suoi padri nonché uno degli artisti di massimo spessore musicale e poetico. Le sue canzoni sono degli evergreen che riescono ad avere un forte impatto anche se ascoltate oggi (e per questo anche i più giovani dovrebbero riscoprirle). Ma qual è il percorso che l’ha portato ad essere una leggenda? Ce lo racconta A Complete Unknown, un film Searchlight Pictures diretto da James Mangold (già autore di Quando l’amore brucia l’anima – Walk the Line, sulla storia di Johnny Cash) e basato sul libro Il giorno che Bob Dylan prese la chitarra elettrica scritto da Elijah Wald (edito in Italia da Vallardi). A interpretare Bob Dylan è Timothée Chalamet, mentre Monica Barbaro è Joan Baez, Edward Norton è Pete Seeger, Elle Fanning è Sylvie Russo. Nel cast anche Boyd Holbrook, Dan Fogler, Norbert Leo Butz e Scoot McNairy.

A Complete Unknown, che è stato presentato a Roma alla presenza del cast, uscirà nelle sale italiane il 23 gennaio, distribuito da The Walt Disney Company Italia.

Un tuffo negli anni ’60

Siamo a New York, nel 1961. È un periodo di grande movimento culturale che porta anche alla nascita di una vibrante scena musicale. Ad un certo punto arriva, con la sua chitarra, un enigmatico diciannovenne del Minnesota che colpisce tutti con il suo talento rivoluzionario, destinato a cambiare il corso della musica americana. Durante l’ascesa verso la fama il giovane artista stringe rapporti profondi con le icone musicali del Greenwich Village, culminando in una performance innovativa e controversa che risuona in tutto il mondo.

La parola a Timothée Chalamet e agli altri protagonisti

«Aspetto l’endorsement di Francesco Totti, che spero veda il film» – dice sorridendo Timothée Chalamet che, per chi non lo sapesse, è un grande tifoso della Roma. Poi racconta: «È stato un lavoro che ha richiesto dedizione, il processo creativo è stato sia esteriore che interiore e per il primo ho cercato di immagazzinare ogni aspetto visivo che riguardava Bob Dylan (anche perché non ho avuto modo di incontrarlo di persona). Penso che una delle lezioni più interessanti che ha dato sia l’autocreazione. Io negli anni ’60 non c’ero però posso dire che gli artisti erano dei grandi pensatori, c’era un certo ottimismo, del valore etico e la sincerità. La mia generazione è diversa e si trova ad affrontare delle sfide più ampie come il cinismo: se qualcuno, per esempio, cerca di fare una canzone politica gli altri alzano gli occhi. Però chissà, magari qualcuno lo farà e romperà questo vincolo».

«Viviamo in un periodo di anestesia, in cui la maggior parte delle cose che facciamo non ci influenza, rispetto a quell’epoca» – sottolinea il regista James Mangold – «Prima il pubblico chiedeva di essere sorpreso, ora invece non vuole essere sfidato».

La parola passa quindi a Edward Norton, che dice di essersi preparato al ruolo del cantautore Pete Seeger: «Il mio principale vettore d’indagine è stato YouTube. Credo che se avessimo fatto questo film vent’anni fa ci avremmo messo un anno di lavoro per mettere insieme tutto il materiale, invece è sorprendente constatare come oggi abbiamo a disposizione con grande facilità tutto ciò che qualcuno ha fatto. I video su YouTube mi hanno consentito di studiare meglio la voce la postura di Pete Seeger».

Monica Barbaro è invece Joan Baez: «Siamo stati incoraggiati a non girare una biografia e questo ci ha permesso di girare con una certa libertà cercando di essere sufficientemente riconoscibili nei nostri personaggi. Poi è stato fondamentale per me seguire la sceneggiatura». E aggiunge poi qualcosa sulla musica di Bob Dylan: «La storia si ripete ed è per questo che i suoi versi (di cui Joan Baez si era innamorata) risultano senza tempo e hanno eco ancora oggi».