Torino Film Festival 2024: per l’apertura è arrivata Sharon Stone
Il tocco di Giulio Base in veste di direttore artistico del Torino Film Festival si vede anche nel tocco di glamour che ha portato alla storica kermesse, arrivata alla sua 42esima edizione. Molte infatti le star internazionali che, nel corso dei primi giorni, hanno calcato il red carpet e incontrato stampa e pubblico. Tra di loro la mitica Sharon Stone, che ha ricevuto il riconoscimento Stella della Mole, accompagnando poi la proiezione di uno dei suoi film, Pronti a morire diretto da Sam Raimi.
Con l’occasione ha ricordato i tempi in cui non era facile per una donna fare carriera nel mondo del cinema, ma ha portato anche delle riflessioni sul presente.
Un tuffo nel passato
Sharon Stone è uno splendido esempio di empowerment femminile e ne abbiamo la conferenza sentendola parlare durante la conferenza stampa del 42TFF.
Ricordando il western Pronti a morire del 1995, da lei co-prodotto e in cui veste i panni della protagonista ovvero la pistolera Ellen, dice: «Mi rendo conto di essere stata fortunata per essere riuscita a produrre questo film, scegliendo il regista e il cast, perché in quel periodo (e fino all’inizio degli anni 2000) c’era negli studios una certa resistenza nei confronti del lavoro femminile. Pensate che all’epoca l’onorario di una donna non andava oltre il 1milione di dollari ed è stato un grosso problema negozionare anche il mio. E non parliamo della possibile ipotesi di dirigere un film: ci ho rinunciato perché mi sono resa conto che non potevo sprecare le mie energie per convincere gli studios a farmelo fare».
Sempre su Pronti a morire svela: «È stata una soddisfazione scegliere gli attori, oltre a Gene Hackman c’era Russell Crowe che avevo portato dall’Australia e un giovane Leonardo DiCaprio. Per quando riguarda Sam Raimi mi piaceva il suo stile, intelligente e divertente. Grazie a questo film è passato al cinema mainstream, ma purtroppo non mi ha mai ringraziato per questo e non siamo nemmeno più tornati a lavorare insieme».
Il legame con l’Italia
«Torino mi piace molto, d’altra parte sono legata all’Italia» – confessa Sharon Stone – «A 19 anni mi trasferii a Milano per lavorare come modella e mi innamorai di un ragazzo italiano, oltre che del vostro cibo. Mi è piaciuto tantissimo stare qui e sono sempre tornata, anche con i miei figli, fin da quando erano piccoli perché volevo che cominciassero a capire quanto fosse ricca la cultura italiana».
E anticipa: «Presto inaugurerò una mia mostra di pittura che verrà ospitata dal Comune di Roma e poi la porterò anche a Torino».
L’arte secondo Sharon
«In questo momento sono piena di idee e credo che le varie forme d’arte siano il modo più bello per esprimere le nostre emozioni, con grazia e senza violenza, in maniera genuina e aperta».
Cosa pensa dell’intelligenza artificiale? «La tecnologia va avanti e credo che potrà prendere il sopravvento nelle cose quotidiane, ma non sulle emozioni e sulla realtà umana. Non temo di essere sostituita dall’intelligenza artificiale».
E sul cinema di oggi dice: «Ho appena finito di girare dei film e grazie al digitale si può fare più velocemente. Ora i tempi di lavorazione possono essere anche di sei settimane, mentre prima erano dai tre ai cinque mesi».
Invece sul fronte serie tv svela: «Al momento ho opzionato i diritti di un libro e ingaggiato una sceneggiatrice per il trattamento». Inutile dire che siamo curiosi di scoprirne gli sviluppi.
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