Coppia: a caccia dell’anima gemella con l’ananas nel carrello

Redazione Pubblicato il 30/10/2024 Aggiornato il 30/10/2024

Ma messo a testa in giù. Il dolce frutto tropicale è pronto a far nascere unioni in un luogo inaspettato: il supermercato! Che sia la fine delle app di dating a favore degli incontri one to one?

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C’è chi ci crede e chi pensa che sia solo una delle tante leggende metropolitane. Sta di fatto che in Spagna l’amore si cerca tra le corsie del supermercato. “Ligando en Mercadona”, flirtando al Mercadona, nota catena di supermercati spagnoli, è un hashtag da centinaia di migliaia di video che intercettano chi si aggira tra gli scaffali alla ricerca di un flirt o dell’anima gemella.

Un format originale quello dei groceries dating, gli appuntamenti facendo la spesa, ma sicuramente di successo tanto da essere esportato prima nel vicino Portogallo e poi in altri paesi.

A testimonianza, dicono in molti, che sia tornata la voglia di incontrarsi in 3D.

Incontri tra i banchi

Il meccanismo del “date” tra gli scaffali è semplice ma come tutti i “giochi” ha regole ben precise. Ci si incontra in un Mercadona al flirt time, tra le 19 e le 20, e per riconoscersi tra “cercatori” si mette un ananas capovolto nel carrello. Appena si nota qualcuno che piace e che è altrettanto munito di frutto a testa in giù si fanno sbattere leggermente i carrelli come segnale di proposta. In realtà come per tutti gli speed date o i blind date, gli appuntamenti al buio, c’è un codice segreto che permette di entrare nel vivo della questione. Cerchi un rapporto duraturo? Aggiungi all’ananas un vasetto di marmellata mentre se ti va un’avventura le caramelle sono la scelta giusta.

App non mi piaci più

Ma al di là del fatto che quella dell’ananas sia leggenda o realtà, dietro la trovata qualcuno ci legge una reazione alla crescente stanchezza per i meccanismi freddi e asettici delle app di appuntamenti. «È sicuramente vero, come ci dicono i dati sul fatturato, che le app di dating stanno vivendo un momento di crisi» spiega la dottoressa Martina Migliore, psicoterapeuta cognitivo comportamentale e Direttrice Formazione e Sviluppo di Serenis. «I motivi sono tanti e diversi e uno di questi è legato sicuramente al fatto che le app di dating hanno avuto un boom nel decennio 2000-2010 al quale però non è seguito un parallelo aggiornamento delle funzionalità per stare “al passo con i tempi”. Se quindi la cosiddetta generazione “millennial” ne usufruiva ampiamente, la “Gen Z” si mostra molto più diffidente, soprattutto verso funzionalità a pagamento, e preferisce utilizzare strumenti più legati ai social di uso quotidiano, ad esempio la messaggistica su Instagram e TikTok». Del resto per quanto rapide, veloci, dirette nelle intenzioni nonché nei fatti, le app hanno finito per generare situazioni, dal ghosting al catfishing, decisamente stressanti per non dire ansiogene. E i dati confermano il trend in picchiata: secondo Forbes Health il 79% dei Gen Z americani è frustrato dalle dating app e vorrebbe abbandonarle.

 L’articolo completo è sul numero di Silhouette donna di novembre, ora in edicola.