Festa del cinema di Roma 2024: Luca Zingaretti presenta il suo primo film da regista, La casa degli sguardi
Dopo essersi messo dietro la macchina da presa per un documentario e per alcuni episodi de il commissario Montalbano, Luca Zingaretti ha diretto il suo primo lungometraggio. E il risultato è una bella sorpresa
Tra le sorprese della 19esima Festa del cinema di Roma c’è anche La casa degli sguardi, l’opera prima di Luca Zingaretti. Questa non è la prima volta che l’attore si mette dietro la macchina da presa, ma in precedenza l’ha fatto per un documentario intitolato Gulu e alcuni episodi de Il commissario Montalbano.
Il film, presentato nella sezione Grand Public, è tratto dall’omonimo romanzo di Daniele Mencarelli (autore anche di Tutto chiede salvezza, da cui è stata tratta l’amatissima serie tv).
Nel cast lo stesso Luca Zingaretti, con Gianmarco Franchini, Federico Tocci, Chiara Celotto, Alessio Moneta, Riccardo Lai, Marco Felli, Cristian Di Sante e Filippo Tirabassi.
La casa degli sguardi (una produzione Bibi Film e Clemart con Rai Cinema e Stand By Me e Zocotoco) uscirà prossimamente nelle sale con Lucky Red.
La storia di una fuga dal dolore
Marco ha 20 anni e una grande capacità di empatizzare con il dolore del mondo: questo lo porta a scrivere poesie, ma anche a cercare nell’alcool e nelle droghe “la dimenticanza”, ovvero quello stato di incoscienza impenetrabile anche all’angoscia di esistere e di vivere. Il fatto è che Marco è in fuga dal dolore ma soprattutto da se stesso. Per vivere si deve anestetizzare, dice. Non a caso si è allontanato da tutti, amici e fidanzata, spaventati dalla sua voglia di distruggersi. Anche il padre, testimone di questo lento suicidio, è incapace di gestire tanta sofferenza ma tenta almeno di “esserci”, la madre è mancata da qualche anno e ha lasciato un grande vuoto. Quando dovrà andare a lavorare nella cooperativa di pulizie del Bambin Gesù è convinto che questa esperienza, a contatto con i bambini malati, lo ucciderà.
La parola ai protagonisti
«Io non ho mai deciso di voler fare la regia. Nasco come attore teatrale, poi negli anni, frequentando i set, ho cominciato a vedere le cose in maniera diversa. Inoltre appartengo a una generazione che prima di fare qualcosa vuole sperare di farla bene. Però, quando mi sono imbattuto nel romanzo di Daniele Mencarelli, mi si è accesa una luce. Si tratta infatti di una storia che contiene la possibilità di sviluppare un discorso ampio su temi che mi stanno a cuore: si racconta la rinascita di una persona e la capacità della vita di sorprenderci, ma anche la gestione del dolore che può portare alla catarsi. E poi si parla anche di amicizia, amore e genitorialità. È un film incentrato sulle inquietudini di un giovane, in cui è facile ritrovarsi oggi. Però ho cercato di stare lontano dall’emozione facile, dal melò» – spiega Luca Zingaretti.
Gianmarco Franchini, che interpreta il protagonista Marco: «L’incontro con questo personaggio è stato bellissimo. Mi ricordo che, quando è arrivata la descrizione per il provino, mi sono bastate venti righe per appassionarmi. Leggendo il libro la passione è aumentata, poi quando ho scoperto di essere stato scelto si è insinuata in me anche un po’ di paura, perché lui ha talmente tanto dentro! Ha un modo di pensare, sentire e vedere la vita tutto suo e io dovevo capire cosa significava veramente non solo a livello intellettuale ma viscerale».
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