22/10/2024

In sella: prova le emozioni di un bike park

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 22/10/2024 Aggiornato il 23/10/2024

Sono aree dedicate alle mountain bike, con tracciati di diverse difficoltà, ostacoli, percorsi sfidanti, sentieri più facili, impianti di risalita dedicati e scuole per imparare

bike park

Il mondo della mountain bike non è fatto solo di pedalate, più o meno impegnative, da compiere in compagnia o da soli lungo viottoli tranquilli o sentieri di montagna. L’escursionismo è sicuramente la modalità più conosciuta per accostarsi a questa due-ruote, ma per gli appassionati esistono anche specialità più tecniche: alcune sono “estreme”, come il downhill (in cui ci si catapulta giù per discese mozzafiato, con difficoltà di diverso livello), altre più accessibili come il cosiddetto gravity. Questa categoria, che prende il nome dal concetto di gravità, mette l’accento proprio sulle discese e consiste nell’affrontare percorsi più o meno ripidi e difficoltosi: se non sapete che cosa sia, il luogo ideale dove iniziare e capirlo è un bike park.

Il bike park è un’area dedicata alla pratica della mountain bike, dotata una rete di percorsi e sentieri (in gergo “trail”) che sono serviti da impianti di risalita, per ritornare in quota dopo ogni discesa.

La scelta del tracciato

In tutta Italia, negli ultimi anni, queste strutture per appassionati sportivi di ogni età si sono moltiplicate: vi si accede con un biglietto di ingresso giornaliero (o con formule ad ingressi multipli) e sono dotate anche di centri noleggio e di scuole, che offrono corsi e guide, per consentire davvero a tutti di provare l’esperienza in sella.

Le opzioni sono molteplici. In un bike park si possono scegliere tracciati “naturali”: lunghi o corti, più o meno in pendenza, sassosi o terrosi, veloci o lenti, con ostacoli naturali come le radici affioranti o lisci, in ombra o in pieno sole. Ma se si è esperti e allenati, si possono affrontare anche i tracciati “artificiali”, cioè creati ad hoc con escavatori, o parzialmente “lavorati”, quindi forniti di strutture amovibili che ne segnano passaggi e curve.

Qualche esempio? Ci sono i “flow trail”, sentieri con curve inclinate che fungono anche da sponde: in pratica sono curve create o rinforzate con passerelle di assi in legno, disposte trasversalmente, che aderiscono al terreno e rendono più sicura e fluida la discesa in quei tratti. Poi ci sono piste arricchite di salti, ostacoli e strutture artificiali per eseguire evoluzioni o acrobazie: le cosiddette “north shore”, ad esempio, sono strutture in legno, come ponti e attraversamenti, che creano difficoltà rispetto al terreno naturale e rendono più adrenalinica una discesa. Le “pump track”, invece, sono tracciati artificiali (in terra, ma anche modulari, in legno e vetroresina) pieni di dossi, curve e salti, in cui si deve gestire l’equilibrio e lo spostamento del peso sulla bike.

I più famosi

Esistono bike park in località turistiche sia sulle Alpi che sugli Appennini: da Plan de Corones (BZ) a Pila (AO), da Fai della Paganella (TN) a Caldirola (AL), da Livigno (SO) a Castel del Piano (GR), da Piazzatorre (BG) a Frontignano di Ussita (MC), da Cervinia (AO) a Canazei (TN), da Varzo-San Domenico (VB) ad Abriola (PZ), da Madesimo (SO) a Sauze d’Oulx (TO).