21/08/2024

Surf: perché alle donne piace sempre di più

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 21/08/2024 Aggiornato il 21/08/2024

Sono sempre più numerose le donne che scoprono il fascino di questo sport: divertente, super-allenante e accessibile a chiunque

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L’aspetto più affascinante del surf è sentirsi in armonia con la natura. Il semplice fatto di trovarsi su una tavola fra le onde, lontano dalla riva, è emozionante perché inconsueto. Se poi si pensa che ogni onda è diversa dalle altre, si intuisce quanto possa essere bello ‘giocare’ con la natura. Sono parole dei praticanti e degli istruttori di questo sport, che suggeriscono di provare: il surf è uno sport accessibile a tutti e che non richiede qualità fisiche particolari.

Per cominciare è sufficiente avere una buona acquaticità e rivolgersi a un istruttore esperto, che trasmetta l’abc della tecnica.

Ragazze e non

Stare in piedi su una tavola e “cavalcare le onde”, lasciandosi trasportare verso la riva sulla loro cresta, piace sempre di più alle donne, tanto che negli ultimi anni si sono moltiplicati i siti web, i camp, le riviste online specializzate e le community declinate tutte al femminile. Lo praticano ragazze giovanissime e professioniste ormai affermate, di età più matura: chi cerca la forma fisica e chi vuole migliorare la capacità di concentrazione o quella di “risorgere” dopo una caduta (anche in senso metaforico), chi ama sentire l’adrenalina che sale e chi cerca il mare. Il luoghi-cult per gli appassionati sono quelli in cui le onde oceaniche raggiungono grandi dimensioni, dalle Hawaii alla California, dai Caraibi all’Australia, dal Portogallo a svariate isole del Pacifico. Ma anche le coste italiane offrono opportunità molto apprezzate, specie in Liguria, su tutta la costa tirrenica e in Sardegna.

Dove provare

Per chi comincia non servono grandi onde, perché la prima cosa da imparare è gestire l’equilibrio su un supporto instabile e fluttuante come l’acqua. I luoghi più adatti sono quelli in cui il fondale è sabbioso, le correnti non sono forti, le onde sono di dimensioni ridotte. Si lavora addirittura nella zona di mare in cui si sono già infrante e c’è solo il movimento della schiuma. Sicuramente è avvantaggiata chi, nelle piscine in città, ha provato qualcuno dei corsi fitness basati su pose di yoga o esercizi di Pilates eseguiti su tavole o materassini galleggianti, che non sono fermi e migliorano quindi la propriocettività, il controllo e l’equilibrio in una situazione analoga a quella del surf.

La preparazione

Prima di scendere in acqua con una tavola, comunque, c’è una fase di apprendimento a secco, che si svolge sulla spiaggia. Qui si imparano i gesti-base, la posizione da assumere, il modo in cui ci si alza in piedi sul surf.

Poi si entra in acqua, dove c’è una sufficiente profondità. L’istruttore spiega come fare: può guidare la tavola lui stesso, spingendola verso la giusta direzione, e quando ha preso un po’ di velocità segue il principiante mentre prova ad alzarsi in piedi, per lasciarsi poi trasportare verso la spiaggia dall’onda giusta. Questa è la fase in cui bisogna mettere in conto molti tentativi e molti insuccessi, ma quando si prende confidenza il divertimento è assicurato. E anche un buon allenamento, sia per il fisico che per l’autostima.