Snowboard: comincia sulla neve morbida
Le sciatrici che vorrebbero cimentarsi anche nelle discese sulla tavola sono spesso frenate da una vera o presunta difficoltà di apprendimento: l’esperto racconta il vero e il falso di questa convinzione
Per decenni lo sci e lo snowboard sono stati considerati discipline sulla neve alternative e un po’ rivali. Gli appassionati dei due sport avevano età, outfit e stili di vita diversi, lo snowboard era guardato come uno sport solo per giovani e giovanissimi e raramente gli sciatori “tradizionali” sentivano il desiderio di provare la tavola o viceversa. Oggi i due gruppi non sono più così nettamente separati: con l’avvento del freeride e del freestyle , che è una forma di sci acrobatico, gli stessi spazi attrezzati degli snowpark sono frequentati da chi esegue evoluzioni e salti con la tavola e da chi lo fa con gli sci ai piedi.
L’avvicinamento fra chi usa gli sci e chi usa la tavola ha creato più curiosità reciproca e provare la disciplina che non si conosce è più frequente che in passato.
Le vere difficoltà
Tradizionalmente gli sciatori considerano difficilissimo l’apprendimento dei primi movimenti sullo snowboard. Se anche voi praticate lo sci alpino e temete che, provando la tavola, fareste fatica a rimanere in piedi, un esperto vi racconta quali sono davvero gli scogli per chi decide di affrontare la sfida: è Mauro Lazzarini, presidente dell’AMSI (Associazione maestri di sci italiani) Lombardia e direttore della scuola di sci Ski School di Pontedilegno-Tonale.
Le due discipline sono molto diverse, non tanto dal punto di vista del coinvolgimento muscolare quanto da quello della biomeccanica, perché comportano movimenti e gestione dell’equilibrio differenti. Inoltre la tecnica dello sci cambia e si fa più complessa man mano che si progredisce, perché i gesti si evolvono dallo spazzaneve alle curve con gli sci paralleli, dalle lunghe diagonali con cui si attraversa la pista avanti-e-indietro alla serpentina in cui si “aggredisce” la pendenza. Lo snowboard è invece uno sport in cui la tecnica è una sola, cioè non si arricchisce progressivamente di elementi: una volta apprese le basi, si fanno progressi in modo molto naturale, solo con la pratica, migliorando l’equilibrio e la velocità.
I primi approcci
Certamente, però, i primi approcci allo snowboard sono fisicamente impegnativi, perché i piedi sono bloccati alla tavola (per giunta in posizione perpendicolare alla traiettoria) e non si ha la libertà di sfruttare le aperture e le chiusure delle gambe per stabilizzare il corpo e per evitare di cadere, come si fa invece nelle prime discese con gli sci. La necessità di imparare a gestire e a spostare il peso in modo del tutto particolare e inconsueto per un essere bipede, che normalmente utilizza due arti inferiori ed è libero di muoverli nelle varie direzioni, fa sì che le prime uscite sulla pista siano piuttosto statiche: si deve mettere in conto di appoggiare il sedere a terra moltissime volte. Si calcola che un principiante debba sedersi a terra e rialzarsi per il 70-80% del tempo dedicato alla prima esperienza sulla tavola.
La neve? Meglio farinosa
Una volta acquisiti gli automatismi, però, si può spiccare il volo. Lo snowboard è una disciplina molto emozionante: per agevolarne l’apprendimento, cominciate quando la neve è morbida o farinosa, in modo che l’appoggio della tavola al suolo sia più largo e sicuro.
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