Il cuore delle donne
Non solo dopo i 50 anni. I disturbi cardiaci femminili devono essere indagati in modo precoce, tenendo conto che, come sottolineano i nuovi studi, spesso sono influenzati anche da problemi ginecologi
Se ne parla. Con diverse accezioni, troppo spesso solo sentimentali, ma sotto il profilo della salute, la consapevolezza dell’importanza di controlli e prevenzione del cuore è ancora troppo sottovalutata. Specie per quanto riguarda l’universo femminile.
In generale, secondo gli ultimi dati Istat diffusi nel 2017, le malattie cardiovascolari sono responsabili di circa il 36% di tutti i decessi: di questi, a sorpresa, circa il 39% riguardano le donne, mentre circa il 33% gli uomini.
Le patologie cardiovascolari – per le donne le più comuni sono quelle di tipo cerebro-vascolari come l’ictus – sono la prima causa di ricovero ospedaliero, circa un milione per anno solo nel Belpaese. «Questi numeri devono fare riflettere, perché oltre a essere una grossa problematica pesano anche sui costi a carico del Servizio Sanitario Nazionale», dice la dottoressa Serenella Castelvecchio, Responsabile dell’Area Prevenzione Cardiovascolare e Medicina di Genere all’IRCCS Policlinico San Donato (MI) e responsabile del progetto “A Call for Women”, pensato per sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi cardiovascolari al femminile.
I fattori di rischio
Il corredo dei fattori di rischio è diverso tra uomini e donne, che sono più soggette a eventi cardiovascolari. Accanto alla famigliarità, al colesterolo alto, all’ipertensione – cioè valori di pressione elevati – diabete e cattive abitudini come il fumo, ci sono i cosiddetti fattori di rischio emergenti sui quali si sta focalizzando la ricerca. Tra questi c’è l’endometriosi (una malattia cronica caratterizzata da cellule dell’endometrio, il tessuto che riveste l’utero, che crescono al di fuori dell’utero stesso), la sindrome dell’ovaio policistico, che può rendere difficile la fecondazione, così come disturbi al terzo trimestre di gravidanza. È importante non sottovalutare che queste patologie colpiscono una percentuale di popolazione femminile decisamente giovane. «Da qui si deduce che non è solo il periodo della menopausa a fare da spartiacque con un’aumentata probabilità di ictus, infarto e altro, quando diminuisce la produzione degli estrogeni (gli ormoni femminili), che rappresentano una sorta di scudo protettivo per le donne», sottolinea la cardiologa.
Infiammazione sotto accusa
Le patologie ginecologiche sopra descritte, ma anche i disturbi alimentari, per esempio la celiachia che colpisce in prevalenza le giovani donne, condividono una componente infiammatoria particolarmente nociva per le cellule dell’endotelio, il tessuto che riveste le pareti dei vasi sanguigni. «Spesso nelle donne, in presenza di un episodio cardiovascolare significativo, le arterie coronarie che portano il sangue al cuore risultano indenni, in assenza della classica placca arteriosclerotica formata da grassi che ostruisce il flusso sanguigno», dice Castelvecchio. È la stessa infiammazione che induce una disfunzione delle cellule dell’endotelio con particole interessamento del microcircolo.
L’articolo completo è sul numero di Silhouette donna di novembre, ora in edicola.
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