05/09/2023

RengaNek: Francesco Renga e Nek raccontano il loro tour e il nuovo album

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 05/09/2023 Aggiornato il 05/09/2023

Non solo un tour, ma anche un album targato RengaNek. Ne abbiamo parlato con i diretti interessati, Francesco Renga e Nek, che hanno colto l'occasione anche per dire la loro sulla “musica di oggi”

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Nessuna scelta di marketing, ma solo una bella amicizia e la voglia di fare qualcosa insieme, di condividere musica e palco. Queste sono le basi su cui si fonda il progetto RengaNek che, dopo un tour di successo (tuttora in corso), sono pronti anche a pubblicare (per Epic / Sony Music) un album inedito che porta lo stesso nome.

Quando lo potremo ascoltare? Dall’8 settembre, giorno in cui uscirà anche il nuovo singolo Inspiegabile (che segue L’infinito più o meno e Il solito lido).

Noi li abbiamo incontrati alla vigilia del loro grande concerto (sold-out) all’Arena di Verona del 5 settembre.

L’anima di RengaNek

«Siamo felici di incontrarvi oggi, è la nostra festa e siamo felici del percorso che stiamo facendo insieme» – esordisce Nek, dopo un simpatico scambio di battutine “sull’età che avanza” con il suo “partner in crime” – «Noi siamo prima di tutto amici e non è scontato. Alla base di tutto c’è un legame molto forte che passa anche attraverso valori condivisi, come l’amicizia e la famiglia. Poi è scattato l’entusiasmo e tutto doveva chiudersi all’Arena, ma la forza veicolata e la sinergia si sono trasformate in un album che, dobbiamo ammetterlo, non era inizialmente nelle nostre idee. Abbiamo iniziato a farci ascoltare dei brani a vicenda, poi ci sono autori che lavorano con entrambi e a cui abbiamo lasciato ampio spazio. Ogni volta che arrivava l’idea giusta veniva sviluppata».

«Questo lavoro è figlio della consapevolezza, della voglia di tornare a divertirsi e dell’amicizia, che ci ha permesso di confrontarci sul nostro lavoro. Poi si è accesa la lampadina e il pensiero di metterci a fare un album insieme ci è piaciuta» – spiega Francesco Renga – «Il solito lido, per esempio, è una canzone che avevo lì da un po’ e non avrei mai fatto uscire da solo, perché sarebbe stata “pericolosa” per me. Invece, cantata in coppia con Filippo, funziona e il nostro pubblico può capirla. Perché, diciamolo, tutto questo lo facciamo per il nostro pubblico, non ci sono altre velleità».

«I brani per questo album sono stati scelti in base alle emozioni, pensandoci come un’unica voce. E siamo felici che i singoli siano arrivati alla testa e al cuore della gente».

La dimensione live

«Forse a Verona faremo sentire il nostro nuovo singolo» – anticipa Nek, che però insieme a Francesco sottolinea come l’ingrediente principale del tour siano i loro successi.

«Nei live portiamo i nostri repertori, che sono molto diversi, ma altrettanto impegnativi ed è questo il fascino del progetto. Io canto ormai da 40 anni e questa per me è una sterzata di energia, positività e bellezza. Un vero toccasana per me. Avere sul palco uno come Filippo è importante» – sottolinea Renga e Nek gli fa eco: «Portiamo noi stessi ed è il repertorio che parla. I nostri concerti sono un mix di risate ed emozioni».

Ricordiamo le prossime date del tour: 7 settembre – Brescia (Piazza della Loggia), 9 settembre – Paestum (Planet Arena), 7 ottobre – Milano (Mediolanum Forum di Assago), 10 ottobre – Pescara (Teatro Gabriele D’Annunzio), 11 ottobre – Napoli (Teatro Augusteo), 12 ottobre – Bari (Teatro Team), 16 ottobre – Bologna (Europauditorium), 19 ottobre – Firenze (Teatro Verdi), 21 ottobre – Torino (Teatro Colosseo).

Il gap generazionale

«Non è il nostro intento fare l’hit estiva, ormai il campo da gioco è cambiato. Fare featuring con giovani artisti non è la strada giusta. Credo che tutti abbiamo cercato di capire cosa stava succedendo, ma è chiaro che ci sia un gap generazionale. Mio figlio, per esempio, segue Sfera Ebbasta, ma se io cantassi una sua canzone non la ascolterebbe» – dichiara Francesco Renga. E dato che questo è un argomento piuttosto caldo al momento non si può che approfondire.

«Beatrice mi fa ascoltare Travis Scott e la trap. Da musicista ascolto con la curiosità di un bambino e a volte noto delle trovate efficaci» – dice Nek.

La pensa diversamente Francesco che dice, senza mezzi termini: «Io invece, da istintivo, ho difficoltà a trovare valore nella musica di oggi, li trovo tutti uguali. Molti testi sono agghiaccianti, ci sono delle cose indegne».