Vacanze in montagna: solo il meglio in 10 mosse
Controlla il meteo, vestiti in modo adeguato, programma con cura l’escursione, bevi acqua e mangia piatti facilmente digeribili. Ecco il decalogo degli specialisti per chi ama l’alta quota
Non solo mare. Secondo dati Enit, Agenzia Italiana del Turismo, la vacanza in montagna per l’estate 2023 registra il 62 per cento di prenotazioni per il mese di luglio e oltre l’88 per cento nel mese di agosto. Sia che siate esperte frequentatrici delle vette o neofite alla prima esperienza, è fondamentale viaggiare con le dovute accortezze per non correre inutili rischi.
Dalla gestione del tempo, a quella delle patologie, passando per idratazione e nutrizione, ecco le indicazioni della Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica, della Società Italiana Medicina di Montagna e della Società Italiana di Medicina dei Viaggi per vivere la montagna in sicurezza.
Il decalogo
1) Bambini e montagna. Non salire o scendere velocemente con lattanti e/o bambini nel primo anno di vita da quote superiori a 1600 metri. Utilizzare un abbigliamento corretto (cappello con visiera, giacca impermeabile, scarpe chiuse, occhiali da sole), protezione solare (crema 50+). Sono utili repellente per insetti e zecche, salviettine igienizzanti, acqua, scorte alimentari sufficienti facilmente digeribili. Insegnare ai bambini a tenere comportamenti rispettosi dell’ambiente: non raccogliere piante o foglie, non abbandonare rifiuti, non disturbare gli animali, non camminare scalzi né smuovere pietre o sterpaglie per evitare spiacevoli incontri o inconvenienti.
2) Sole, colpo di calore, freddo. La crema 50+ va sempre messa prima di partire al mattino e rinnovata durante la giornata soprattutto se si suda molto: la quantità che sta su un polpastrello serve per una superficie cutanea grande come la mano. Usare cappello o bandana che coprano anche orecchie e collo. In alta quota indossare occhiali da sole con lenti protettive con schermo solare 4-5. Evitare la triade “AAA: Alta temperatura, Alta umidità, Assenza di ventilazione”. No a lunghe camminate sotto il sole, scegliere di partire molto presto al mattino. Bere regolarmente ogni 30/60 minuti. Verificare il meteo e in caso di dubbio cambiare luogo ed itinerario scegliendone uno più ombreggiato e ventilato. Anche d’estate possiamo rischiare le malattie da freddo. Lo sfinimento, l’essere bagnati ed esposti al vento, così come l’immobilità magari a causa di un incidente “banale” come una semplice distorsione di caviglia sono situazioni a maggior rischio. È bene prevenire con una scrupolosa preparazione e un adeguato abbigliamento: portare nello zaino anche d’estate guanti, berretto, pile e giacca a vento e indumenti di ricambio e un telo termico (o coperta isotermica).
3) Malattie croniche. Nei soggetti affetti da patologie croniche è importante incontrare il proprio medico di medicina generale o un medico presso un ambulatorio di medicina di montagna almeno un mese prima della partenza per valutare l’efficacia della terapia, sapere se fare dei monitoraggi dei parametri fisiologici durante il soggiorno (misura della pressione, glicemia) e valutare le attività programmate in base alla situazione clinica personale. Anche a quote inferiori a 2500 metri è importante pensare all’acclimatamento, specie in caso di attività di tipo fisico da moderato a intenso.
4) Nutrizione/idratazione. Il cambiamento climatico porta l’escursionista a trovarsi spesso ad elevate temperature. La principale regola è fare soste ad ogni ora circa, con snack salati, datteri, fichi secchi, albicocche disidratate, così come la frutta secca, oppure barrette. Per la pausa pranzo la strategia più corretta è quella di scegliere cibi ad alto potere calorico e basso peso, basati su mix fra carboidrati semplici e complessi associati anche ad una piccola quota proteica, per garantire una ripresa rapida ed evitare i cali glicemici. Nel caso di escursioni a basse quote si conferma il classico panino con speck o bresaola, frutta fresca, e un dolce con marmellata o miele. Mentre per le alte quote è preferibile utilizzare preparati liofilizzati da sciogliere in poca acqua, oppure noodles e farine liofilizzate pronte all’uso come avena, mais e tapioca, formaggio grana, speck o slinzega. L’idratazione deve essere fatta in modo continuativo ad intervalli di 30 minuti circa, senza mai appesantire lo stomaco con acqua arricchita con limone e fruttosio. Il thè caldo con miele, zenzero, limone è un toccasana anche in caso di stanchezza e calo delle forze, per recuperare i liquidi persi con la sudorazione. Tenere sempre nello zaino una razione di riserva per un’autonomia in tutta sicurezza, e un integratore salino/ vitaminico.
5) Anziani. Bisogna essere consapevoli che l’anziano ha una minore capacità di adattamento all’ambiente. Occorre adottare ogni strategia, dalla scelta dell’itinerario all’alimentazione, all’abbigliamento, all’approfondita conoscenza delle previsioni del meteo, che possono ridurre l’impatto ad ogni variazione ambientale. Importante un consulto medico per conoscere se l’eventuale terapia assunta può condizionare l’attività fisica in montagna.
6) Pericoli ambientali. Indossare scarponcini da trekking e prestare sempre massima attenzione quando si cammina, specialmente in discesa e se piove. Mai abbandonare il sentiero segnalato, evitare le scorciatoie. Utili i bastoncini da nordic walking. Correre, soprattutto in discesa, aumenta il rischio di scivolare. Fulmini: è un pericolo sempre in agguato perché sono attirati da punte delle montagne, creste, vie ferrate, alte piante isolate. In caso di fulmini, cercare al più presto un riparo (bivacco o rifugio). Le grotte non sono un luogo sicuro. Tenersi lontani da materiale ferroso (picozze, punte dei bastoncini, vie ferrate).
7) Abbigliamento. Le scarpe devono avere suola scolpita tipo VIBRAM (resistenti), meglio sopra la caviglia, pantalone lungo + pantalone corto, giacca in goretex antivento/anti pioggia, indumenti “a cipolla”, con più strati leggeri per il tronco, cappello in pile + berretto da sole, guanti “da lavoro” a 5 dita, bastoncini per camminare, zaino sufficientemente capiente (almeno 30 litri).
8) Vaccinazioni. Consultare il medico o il servizio d’Igiene nella ASL di riferimento per verificare di essere in regola con le vaccinazioni di routine (in particolare la vaccinazione antitetano-difterite-pertosse ogni 10 anni) o per effettuare quelle raccomandate per la zona dove si è diretti (in particolare contro l’encefalite da zecche o la rabbia).
9) Meteo. Consultare sempre il bollettino meteo, compresa la previsione del vento, che raffredda il corpo disperdendo velocemente il calore. Se l’umidità è molto alta, nelle giornate più calde, si può più facilmente andare incontro al colpo di calore.
10) Piccoli animali – il cane. È importante la prevenzione contro le zecche. Utilizzare un presidio repellente che non permette l’attacco della zecca e la trasmissione di eventuali patogeni: gli spray hanno un’efficacia di ore (per una gita giornaliera ad es.), gli spot-on di un mese o poco più, i collari di parecchi mesi. Essere in regola con le vaccinazioni di routine ed effettuare quelle raccomandate per la zona (rabbia), con il dovuto anticipo per essere protetti. Per cani di piccola taglia sensibili al freddo portare gli accessori che si utilizzano di solito in inverno.
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