28/03/2023

I cacciatori del cielo: Giuseppe Fiorello è l’asso dell’aviazione Francesco Baracca

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 28/03/2023 Aggiornato il 28/03/2023

Il docu-film, in onda il 29 marzo su Rai 1, celebra il Centenario dell’Aeronautica Militare

I Cacciatori del Cielo

Nel 2023 si celebra il Centenario della costituzione dell’Aeronautica Militare e per l’occasione viene proposto (in prima tv) I cacciatori del cielo, un docu-film diretto da Mario Vitale che racconta la storia di Francesco Baracca, asso dell’aviazione ed eroe della Prima Guerra Mondiale.

Ad interpretarlo è Giuseppe Fiorello, di cui si sta già parlando molto in questi giorni per la sua convincente opera prima da regista intitolata Stranizza d’amuri (ora nelle sale).

Nel cast de I cacciatori del cielo, in onda mercoledì 29 marzo alle ore 21.30 su Rai 1, anche Andrea Bosca, Luciano Scarpa, Claudia Vismara, Ciro Esposito, Enzo Garramone, Rodolfo Corsato, Patrizia La Fonte e Paolo Rozzi.

Una bella contaminazione

I cacciatori del cielo è un progetto ibrido in quanto unisce la fiction (inclusi degli interventi dei vari personaggi che parlano direttamente al pubblico) a filmati di repertorio dell’Istituto Luce e scene d’animazione. Una bella contaminazione che lo rende un prodotto dal linguaggio originale e moderno, che sicuramente avrà il giusto appeal sul pubblico andando a catturare anche quello più giovane (un target molto importante, perché troppo spesso culturalmente distante dalla memoria storica del nostro paese).

La narrazione parte dal 1915, anno in cui l’aviatore Francesco Baracca, il Comandante Pier Ruggero Piccio e il meccanico Bartolomeo Piovesan (tre uomini molto diversi fra loro per estrazione sociale e carattere, ma destinati a diventare grandi amici) si ritrovano insieme nel campo di aviazione di Santa Caterina, nei pressi di Udine, sede del primo reparto aerei da caccia e del Comando Supremo. Dopo le iniziali difficoltà a resistere contro i raid aerei austroungarici, Baracca consegue la prima vittoria italiana nella storia dell’Aeronautica il 7 aprile 1916, a cui ne seguono molte altre. L’aviatore diventa così un’icona per il popolo italiano, insieme allo stemma del suo aereo ovvero il Cavallino rampante (si, lo stesso che poi divenne della Ferrari). Nasce così la 91a Squadriglia, detta la Squadriglia degli assi, da lui stesso guidata e dedicata alle operazioni più delicate. Dopo la disfatta di Caporetto, la squadriglia lascia Santa Caterina e si trasferisce sul campo di aviazione di Quinto, vicino Treviso. Per le loro imprese, Baracca e Piccio ottengono la medaglia d’oro al valor militare, fino alla tragica morte dell’asso degli assi, avvenuta a 30 anni il 19 giugno 1918 nel corso di una missione sul Montello, durante la Battaglia del Piave.

I cacciatori del cielo ha coinvolto varie realtà: è infatti prodotto da Gloria Giorgianni per Anele con Luce Cinecittà, in collaborazione con Rai Documentari, con il Patrocinio e la partecipazione del Ministero della Difesa, Aeronautica Militare e Difesa Servizi, con il Patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (con il sostegno di Intesa Sanpaolo e con Aerea S.p.A. ed Elettronica S.p.A.).

La parola a Giuseppe Fiorello

«Ho seguito tutta l’evoluzione del film e mi sono affidato totalmente al regista Mario Vitale, che mi ha fatto conoscere meglio la storia di Francesco Baracca. Uno degli elementi che mi fa essere qui, infatti, è la curiosità e la voglia di proporre allo spettatore qualcosa che si conosce poco, dai fatti storici ai personaggi. Noi attori veicoliamo storie e, se poco conosciute, facciamo qualcosa di ancora più affascinante» – dice Giuseppe Fiorello durante la conferenza stampa – «Quelli raccontati sono momenti pionieristici: se possiamo volare in sicurezza oggi è anche grazie a queste persone. Sul set eravamo tutti impressionati dalla fattura degli aerei dell’epoca: erano leggerissimi, fatti di legno e tela, quindi fragili e con i posti di guida molto piccoli. Pensate che quegli uomini straordinari volavano a corpo scoperto e anche condizioni metereologiche non facili. Di Francesco Baracca mi ha colpito molto il suo cercare di evitare di colpire il nemico, nonostante fosse in guerra. In fondo non era orgoglioso del suo record di abbattimenti».

Quali sono gli eroi per lui oggi? «Lo siamo tutti, se ci comportiamo bene e rispettiamo gli altri».

…e al resto del cast

«Il mio è un personaggio inventato, ma che ti porta a terra nella concretezza dei sentimenti» – sottolinea Andrea Bosca, che interpreta Bartolomeo Piovesan – «Mi è piaciuto dar voce alle persone che vengono dalle campagne. Non decolliamo tutti dallo stesso posto, ma ci spinge lo stesso motore ovvero la passione. Piovesan e Baracca sono uniti dalla voglia di difendere dei valori».

Luciano Scarpa è invece Pier Ruggero Piccio (che nel dopoguerra divenne il capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare): «È stata una responsabilità molto grossa interpretare questo personaggio, poi sono legato a questo mondo perché un mio zio fu capitano dell’Aeronautica. Ho sempre avuto la sensazione che un uomo che decide di diventare un aviatore è un poeta. Quelli che raccontiamo in questo film sono uomini che amavano volare e si sono ritrovati purtroppo nelle circostanze di dover combattere».

Francesco Baracca aveva anche un grande amore, ovvero Norina Cristofoli, una giovane cantante lirica di Udine interpretata da Claudia Vismara: «Lui era un eroe e quindi un uomo molto ambito, ma si innamora di Norina perché entrambi sapevano mettersi a nudo. I due si amano con la paura di non rivedersi più, dato che sullo sfondo c’è la guerra. Mi è piaciuta la tenerezza di questo amore e poi Norina è una donna con una grande positività e ingenuità, che la rende tenera e delicata».