Milano Fashion Week Autunno-Inverno 2023/2024: ode alla sensualità
La sensualità non è un peccato e molte donne dovrebbero riappropriarsene, lasciando finalmente da parte quell’istinto a lavorare per sottrazione ogni volta che devono scegliere un outfit da indossare, in particolare per le occasioni speciali.
I tempi stanno cambiando e non si deve più avere paura di essere sottovalutate dal punto di vista intellettuale e professionale, solo perché non si nasconde la propria femminilità.
È un invito, un messaggio, lanciato forte e chiaro da diverse collezioni Autunno-Inverno 2023/2024 presentate durante la Milano Fashion Week.
Omaggio al corpo delle donne
Non possiamo fare a meno di partire da Luisa Spagnoli, che definisce la sua collezione proprio la celebrazione esplicita di femminilità e sensualità. A caratterizzarla il contrasto tra il minimalismo ispirato agli anni ’90 e la propensione della stilista per dettagli massimalisti. Il risultato è una visione celebrativa e impenitente del corpo delle donne. A porre l’accento sulla loro forza ci pensano in particolare i capispalla, dai lunghi cappotti double con spalle importanti e rever generosi ai montoni oversize e alle pellicce sintetiche con colli voluminosi. Da abbinare sotto troviamo maglie con colli ad anello e a barca, abiti da cocktail in jersey e, per le serate speciali, abiti a sirena ricamati in pizzo, velluto e paillettes con profondi scolli e tute da sera in pizzo chantilly ricamato o di paillettes scintillanti.
La palette cromatica comprende: giallo limone, rosso corallo, arancio, blu Klein, fucsia, verde oliva e nero.
C’è poi la collezione Autunno-Inverno 2023/2024 di Alessandro Vigilante, che rappresenta l’Atto VI della sua ricerca sul corpo femminile in movimento. Tratti distintivi delle creazioni sono sempre la sartorialità maschile tagliata da capi iperfemminili, definiti da grafici cut-out; il rigore che incontra l’erotismo; la pulizia delle linee; i volumi scultorei realizzati con materiali tecnici come lo scuba; le trasparenze dei tessuti tipici della corsetteria; volumi scostati e altri attaccati al corpo, second skin. Tra le novità introdotte da questa collezione la stampa di ispirazione termografica, su velluto panné stretch. I colori? Nero, avorio, rosa chiaro, giallo limone, verde oliva e blu fiordaliso.
Immaginari pop-rock
La femminilità portata in passerella da Vivetta si nutre di un immaginario che si muove tra gli anni’60 e ’80, per la precisione dalla band girl Shangri-Las de Il giardino delle vergini suicide di Sofia Coppola.
Da sempre amante dei contrasti, Vivetta propone capi in cui i codici del nightwear informano il giorno, il presente incontra il passato e il binomio uomo-donna viene oltrepassato. Così i blazer della sartoria maschile lasciano il passo ad audaci minigonne e vestitini ornati da grandi pietre scintillanti come bagliori; boxer e bralette, vestaglie, pigiami e nightgown aèrei vengono attraversati da balze come increspature; bordature in pizzo arrivano su gonne, giacche mannish e slipdress matelassé percorsi, sul fondo, da fili metallici modellabili, gli stessi che attraversano i colletti di una maglieria dagli accenti magici. La palette si abbandona a delicati pastello, come al più carnale degli scarlatti, al bianco candito o al nero profondo.
Nel corso di questa Milano Fashion Week abbiamo avuto modo di immergerci anche nel mondo di Redemption, i cui capi sono destinati a far scattare il colpo di fulmine in ogni donna. «I migliori pezzi rock sono spesso basati su due, ma anche su un solo accordo» dice il direttore creativo Bebe Moratti, che ha modellato Redemption sull’assunto che, lungi dall’essere un genere, o uno stile, il rock and roll è essenzialmente un modo di essere: energico, ribelle, dallo spirito libero, e in quanto tale compatibile con una idea di eleganza. Tessuti preziosi (come le sete, i broccati, le lane pregiate, i fil coupè, le viscose e gli jacquard) si sposano con blazer, bluse, pantaloni attillati e abiti drappeggianti (sia lunghi che corti).
Rimanendo sempre in tema musicale, segnaliamo Gothic Ghost ovvero la collezione di Aniye Records, fatta di pellicce ecologiche, abiti sottoveste in pizzo impalpabili e fluttuanti, ma anche di pantaloni che diventano una nuda e romantica lisca di pesce.
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