Mal di testa: la svolta

Redazione Pubblicato il 31/01/2023 Aggiornato il 31/01/2023

Arrivano farmaci innovativi che agiscono sui meccanismi del dolore scongiurando gli attacchi o mitigando e diradando gli episodi di emicrania

Mal di testa - novità

Un po’ di mal di testa… che sarà mai. In realtà in molti casi si tratta di una patologia cronica che può davvero interferire con le attività di tutti i giorni peggiorando la qualità della vita. Chi ne soffre spesso non può andare a lavorare né fare alcunché finché il dolore non si attenua.

Per potervi far fronte è importante agire non solo quando l’emicrania si scatena per tamponare i sintomi ma anche e soprattutto prevenendo l’attacco.

Non è sempre facile individuare la cura ideale ma le armi che oggi abbiamo a disposizione sono molte.  

Prevenzione: largo agli anticorpi monoclonali

«Per comprendere la portata innovativa degli anticorpi monoclonali basti pensare che fino a due anni fa, prima della loro uscita, mancavano del tutto farmaci specifici per la prevenzione dell’emicrania ovvero appositamente studiati per evitare l’insorgenza degli attacchi» spiega il dottor Bruno Colombo, responsabile del Centro Cefalee e Algie Facciali dell’IRCCS Ospedale San Raffaele. «Per la profilassi si usavano infatti classi di farmaci nati per altre patologie, come per esempio alcuni betabloccanti, antipertensivi, antiepilettici e antidepressivi ma con questi era difficile portare avanti a lungo la terapia. Circa l’80 per cento dei pazienti la abbandonava entro l’anno, soprattutto per via dei pesanti effetti collaterali. Ma il mal di testa è una patologia cronica, legata a fattori di predisposizione anche genetica, e chi ne soffre non può restare senza cure. L’arrivo degli anticorpi monoclonali ci ha permesso finalmente di superare l’impasse».

Come funzionano

«I farmaci monoclonali vanno ad agire direttamente sul meccanismo che provoca l’attacco di emicrania prendendo di mira una molecola chiamata CGRP (Calcitonin Gene Related Peptide), un vero e proprio attivatore del mal di testa» continua il dottor Bruno Colombo. «Se si riesce a bloccarla quando viene liberata dalle fibre del trigemino o prima che arrivi ai suoi recettori, si interrompe a monte il circuito del dolore. Gli anticorpi monoclonali rappresentano una importante innovazione perché sono stati studiati apposta per questo. Oggi ne abbiamo a disposizione quattro, tre dei quali si somministrano tramite iniezione sottocutanea che va ripetuta ogni 28 giorni. Il quarto è invece un farmaco per via endovenosa da assumere ogni 3 mesi. La copertura è più lunga ma la somministrazione è più complessa perché necessita di una struttura con sala infusionale e personale dedicato, mentre le iniezioni possono fare a casa, anche da soli».

Fase acuta: arrivano nuovi alleati

Se da una parte per la prevenzione oggi si punta soprattutto sugli anticorpi monoclonali, dall’altra ci sono importanti novità anche nell’ambito del trattamento della fase acuta dell’emicrania. «I farmaci specifici di riferimento per gli attacchi di emicrania sono in commercio dai primi anni Novanta e si chiamano triptani» continua Colombo. «Necessitano di ricetta medica e vengono di solito prescritti da uno specialista in un centro cefalee dopo una valutazione complessiva del singolo caso. I ditani, che da noi probabilmente arriveranno a breve e che sono stati già approvati negli Stati Uniti, rappresentano una evoluzione dei triptani. Il primo che uscirà sul mercato italiano sarà il Lasmiditan. Funzionano in molto simile con la differenza che i triptani sono controindicati ai soggetti cardiopatici o che abbiano avuto disturbi circolatori mentre questi nuovi farmaci, non avendo un’attività vasocostrittrice così forte, potrebbero essere adatti anche per questi pazienti». Unico neo è che possono dare un po’ di torpore e sonnolenza, quindi subito dopo l’assunzione non si può guidare per otto ore.

L’articolo completo è sul numero di Silhouette donna di febbraio, ora in edicola.